- 1 Come è redatta la disposizione a causa di morte (con testamento, con testamento congiuntivo o con patto successorio)?
- 2 La disposizione a causa di morte deve essere registrata e, in caso affermativo, in che modo?
- 3 Esistono restrizioni alla libertà di disporre causa di morte (ad esempio: quota di legittima)?
- 4 In mancanza di disposizioni a causa di morte, chi eredita e in che percentuale?
- 5 Qual è l'autorità competente:
- 6 Breve descrizione della procedura per decidere una successione secondo il diritto nazionale (compreso lo scioglimento del patrimonio e la ripartizione degli attivi, con informazione se la procedura è iniziata su istanza di un giudice o d'ufficio da parte di un'altra autorità competente)
- 7 Come e quando si diventa eredi o legatari?
- 8 Gli eredi sono responsabili dei debiti del defunto e, in caso affermativo, a quali condizioni?
- 9 Quali sono i documenti e le informazioni che di solito sono richiesti al fine della registrazione di un bene immobile?
- 10 Quali sono i documenti tipicamente emessi secondo il diritto nazionale durante o alla fine del procedimento successorio che provano lo status e i diritti dei beneficiari? Essi hanno specifici effetti probatori?
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Questa scheda è stata preparata in cooperazione con il Consiglio del notariato dell'UE (CNUE).
1 Come è redatta la disposizione a causa di morte (con testamento, con testamento congiuntivo o con patto successorio)?
Chiunque abbia compiuto diciotto anni e sia sano di mente può disporre a causa di morte del proprio patrimonio mediante testamento.
Il testatore può disporre del proprio intero patrimonio mediante testamento. Una caratteristica distintiva del diritto bulgaro consiste nel fatto che la quota di legittima del patrimonio di un testatore o di un defunto che non ha lasciato testamento (successione ab intestato o legittima) non viene in alcun caso intaccata dalle disposizioni testamentarie, che si può quindi presumere si applichino esclusivamente alla quota disponibile del patrimonio in questione.
Le disposizioni testamentarie possono applicarsi all'intero patrimonio del testatore, a una sua quota o a un bene particolare.
Le disposizioni testamentarie possono inoltre essere soggette a condizioni.
La Zakon za nasledstvoto (legge sulle successioni) richiede che le disposizioni testamentarie siano redatte secondo una forma prestabilita, di conseguenza, qualsiasi strumento che si discosti da tale forma non è valido.
Occorre osservare che il diritto bulgaro non consente a due o più persone di formulare disposizioni testamentarie nel medesimo testamento, siano esse a reciproco vantaggio o a beneficio di terzi.
La legge prevede due forme di testamento: olografo o notarile.
Il testamento olografo deve essere interamente scritto a mano, datato e firmato dal testatore. La firma deve essere apposta sotto le disposizioni testamentarie. Il testamento può essere consegnato in busta sigillata a un notaio affinché lo custodisca. In tal caso, il notaio deve apporre sulla busta una dichiarazione di custodia. Tale dichiarazione viene firmata dal testatore e dal notaio ed iscritta in un apposito registro.
Un testamento olografo può essere depositato presso un notaio o presso un'altra persona che deve chiederne la pubblicazione da parte di un notaio non appena viene a conoscenza del decesso del testatore.
Qualora tale persona ometta di procedere in tal senso, qualsiasi interessato può chiedere al giudice distrettuale del luogo in cui è stata aperta la successione di fissare un termine entro il quale il testamento deve essere presentato a un notaio ai fini della pubblicazione.
Il notaio pubblica il testamento redigendo una dichiarazione in cui descrive lo stato del testamento e fa menzione della sua apertura. Tale dichiarazione viene sottoscritta dalla persona che ha presentato il testamento e dal notaio. I fogli sui quali è stato scritto il testamento vengono allegati alla dichiarazione e i soggetti sopra indicati appongono le loro firme su ciascuna pagina.
Il testamento notarile è redatto dal notaio alla presenza di due testimoni.
Il testatore dichiara oralmente le proprie volontà dinanzi al notaio, il quale trascrive le dichiarazioni e successivamente le rilegge al testatore alla presenza dei testimoni. Il notaio fa menzione nel testamento dell'espletamento di tali formalità, indicando il luogo e la data in cui esso è stato redatto. Il testamento viene quindi firmato dal testatore, dai testimoni e dal notaio.
Se il testatore non può firmare il testamento, deve dichiararne i motivi e il notaio fa menzione di tale dichiarazione prima di procedere alla lettura del testamento.
Ai fini della pubblicazione di un testamento notarile, il notaio presso il quale è stato depositato con l'incarico di custodirlo redige una dichiarazione in cui descrive lo stato del testamento e fa menzione della sua apertura. Tale dichiarazione è firmata dal notaio. I fogli sui quali è stato scritto il testamento vengono allegati alla dichiarazione e i soggetti sopra indicati appongono le loro firme su ciascuna pagina.
Un testamento può essere revocato esplicitamente da un nuovo testamento o da un atto notarile nel quale il testatore dichiara esplicitamente di revocare in tutto o in parte le sue precedenti disposizioni.
2 La disposizione a causa di morte deve essere registrata e, in caso affermativo, in che modo?
Ai sensi del regolamento in materia di registrazione in vigore, le copie dei testamenti pubblici che dispongono di beni immobili o diritti immobiliari devono essere registrate.
Ciascun servizio di registrazione mantiene inoltre un indice alfabetico riservato per gli atti e i testamenti notarili. In tale indice sono registrati altresì i nomi dei testatori le cui volontà notarili sono state eseguite da notai, le revocazioni di testamenti e i testatori i cui testamenti olografi sono stati consegnati a notai per finalità di custodia. In tal caso, il nome del notaio che custodisce l'atto notarile o il testamento olografo viene registrato unitamente al nome del testatore.
3 Esistono restrizioni alla libertà di disporre causa di morte (ad esempio: quota di legittima)?
Come già affermato, il diritto bulgaro limita la libertà di disposizione a causa di morte. Tali restrizioni sono a beneficio dei parenti più stretti: un coniuge superstite, i figli e, se il testatore non ha discendenti (figli o nipoti), i genitori del de cuius.
Tali restrizioni sono stabilite negli articoli 28 e 29 della legge sulle successioni e riguardano soltanto i casi in cui il testatore abbia discendenti, genitori superstiti o un coniuge. In tali casi, al testatore è fatto divieto di formulare una disposizione o effettuare una donazione di proprietà che incida negativamente sulla quota di legittima riservata a tali soggetti. La quota residua del patrimonio è la quota di cui il testatore può disporre.
Laddove il testatore deceda senza lasciare un coniuge in vita, la legge definisce la quota di legittima come segue:
1) qualora sia presente un figlio (compreso un figlio adottato) o dei discendenti di tale figlio: metà del patrimonio;
2) qualora siano presenti due o più figli o loro discendenti: due terzi del patrimonio del testatore.
La quota di legittima del genitore superstite o dei genitori è pari a un terzo, mentre la quota di legittima del coniuge è pari alla metà se questi è l'unico erede o ad un terzo se vi sono genitori superstiti.
Nei casi in cui vi sono discendenti e un coniuge superstite, la quota di legittima del coniuge è pari alla quota di legittima di ciascun figlio. In tali casi, la quota disponibile ammonta a un terzo del patrimonio se vi è un solo figlio, a un quarto se vi sono due figli e a un sesto se vi sono tre o più figli.
4 In mancanza di disposizioni a causa di morte, chi eredita e in che percentuale?
Se il defunto non ha fatto testamento, il suo patrimonio viene ereditato dai suoi eredi legittimi nel rispetto delle norme stabilite descritte di seguito.
Se il de cuius non era coniugato e non aveva figli, i genitori superstiti ne ereditano il patrimonio in parti uguali (articolo 6 della legge sulle successioni; di seguito la "ZN").
Se il de cuius lascia solo ascendenti di terzo grado od oltre, quelli più prossimi ereditano in parti uguali (articolo 7 della ZN).
Se vi sono solo fratelli o sorelle superstiti, ereditano in parti uguali (articolo 8, primo comma, della ZN).
Se vi sono fratelli o sorelle e ascendenti di terzo grado o oltre, i primi ricevono due terzi del patrimonio e i secondi un terzo (articolo 8, secondo comma, della ZN).
Se il de cuius non era coniugato ma vi sono figli superstiti (compresi figli adottati), questi ultimi ereditano in parti uguali (articolo 5, primo comma, della ZN). La quota di un figlio premorto si devolve ai suoi discendenti per ordine di successione (rappresentazione).
Se il de cuius lascia un coniuge ma non dei figli, ascendenti, fratelli o sorelle o loro discendenti, il coniuge eredita l'intero patrimonio (articolo 9 della ZN).
Se il coniuge eredita insieme agli ascendenti o ai fratelli e alle sorelle del de cuius, o loro discendenti, ha diritto a metà del patrimonio se la successione viene aperta meno di dieci anni dopo il matrimonio. In caso contrario, il coniuge riceve due terzi del patrimonio. Se il coniuge eredita insieme agli ascendenti e ai fratelli e alle sorelle del de cuius o loro discendenti, il coniuge ha diritto a un terzo del patrimonio nel primo caso e a due terzi nel secondo.
Se il de cuius lascia un coniuge e dei figli, l'uno e gli altri ereditano in parti uguali (articolo 9, primo comma, della ZN).
Laddove non vi siano persone aventi diritto ad ereditare nelle situazioni di cui sopra o qualora tutti gli eredi rinuncino alla successione o perdano il diritto di accettarla, il patrimonio passa allo Stato, fatti salvi i beni mobili, le abitazioni, le officine e i garage, così come le parcelle di terreni e i beni immobili destinati principalmente all'edilizia residenziale, che diventano di proprietà del comune nel quale essi sono situati.
5 Qual è l'autorità competente:
5.1 in materia successoria?
L'accettazione può essere effettuata facendo domanda per iscritto presso il giudice distrettuale del distretto nel quale viene aperta la successione, nel qual caso l'accettazione è iscritta in un registro speciale.
Si ritiene che l'accettazione sia stata esplicitata anche nel caso in cui, senza presentare domanda per iscritto, l'erede compia un atto dal quale risulti chiaramente la sua volontà di accettare la successione, oppure occulti beni ereditari. In quest'ultimo caso, l'erede perde il diritto alla sua quota dei beni occultati.
La successione può essere accettata con beneficio di inventario, nel qual caso l'erede risponde dei debiti ereditari solo nei limiti del patrimonio ricevuto.
In tali casi, la dichiarazione di accettazione della successione con beneficio di inventario deve essere presentata per iscritto al giudice distrettuale entro tre mesi dalla data in cui l'erede ha avuto conoscenza dell'apertura della successione. Il giudice distrettuale può prorogare tale termine per un massimo di tre mesi.
Il giudice distrettuale, su richiesta di qualsiasi interessato, dopo avere convocato la persona avente diritto all'eredità, fissa un termine entro il quale tale persona deve accettare la successione o rinunciarvi. Se l'erede è stato convenuto in giudizio, il suddetto termine è fissato dal giudice adito. Se l'erede non risponde entro il termine stabilito, decade dal diritto di accettare la successione.
In questo caso la dichiarazione dell'erede viene iscritta in un registro speciale dedicato alle accettazioni e alle rinunce di successioni.
L'accettazione della successione sulla base di un inventario è obbligatoria per le persone di età inferiore ai 18 anni, le persone dichiarate incapaci di gestire i propri affari, le organizzazioni statali e pubbliche; inoltre, tale accettazione deve essere dichiarata per iscritto entro tre mesi dal momento in cui si è venuti a conoscenza dell'apertura della successione. L'accettazione è iscritta in un registro speciale tenuto presso il tribunale distrettuale del distretto in cui è stata aperta la successione.
Per quanto concerne i testamenti, chiunque detenga un testamento olografo deve chiederne la pubblicazione a un notaio non appena venga a conoscenza del decesso del testatore.
Qualsiasi interessato può chiedere al giudice distrettuale del luogo in cui è stata aperta la successione di fissare un termine entro il quale il testamento deve essere presentato a un notaio ai fini della pubblicazione.
Il notaio pubblica il testamento redigendo una dichiarazione in cui descrive lo stato del testamento e fa menzione della sua apertura. Tale dichiarazione viene sottoscritta dalla persona che ha presentato il testamento e dal notaio. I fogli sui quali è stato scritto il testamento vengono allegati alla dichiarazione e i soggetti sopra indicati appongono le loro firme su ciascuna pagina.
Se il testamento era stato consegnato in custodia a un notaio (articolo 25, secondo comma, della ZN), quest'ultimo provvede d'ufficio agli adempimenti di cui sopra.
5.2 a ricevere una dichiarazione di rinuncia o di accettazione dell'eredità?
L'eredità si acquista con l'accettazione. Quest'ultima produce effetti all'apertura della successione.
Fatta eccezione per i casi di accettazione esplicita mediante domanda espressa per iscritto, si ritiene che l'accettazione possa essere stata esplicitata anche nel caso in cui, senza presentare domanda per iscritto, l'erede compia un atto dal quale risulti chiaramente la sua volontà di accettare la successione, oppure occulti beni ereditari. In quest'ultimo caso, l'erede perde il diritto alla sua quota dei beni occultati.
Il giudice distrettuale, su richiesta di qualsiasi interessato, dopo avere convocato la persona avente diritto all'eredità, fissa un termine entro il quale tale persona deve accettare la successione o rinunciarvi. Se l'erede è stato convenuto in giudizio, il suddetto termine è fissato dal giudice adito.
Se l'erede non risponde entro il termine stabilito, decade dal diritto di accettare la successione.
In questo caso la dichiarazione dell'erede viene iscritta in un registro speciale dedicato alle accettazioni e alle rinunce di successioni.
La rinuncia alla successione è soggetta alla medesima procedura e viene registrata con le stesse modalità.
Occorre altresì tenere conto dell'obbligo, ai sensi dell'articolo 43 della Zakon za mestnite danatsi i taksi (legge sulle imposte e sui diritti locali), cui sono soggette le banche, le compagnie di assicurazione e altre imprese, nonché qualsiasi altra entità che detenga depositi o sia debitrice di titoli, somme di denaro o altre proprietà incluse in una successione della quale sono a conoscenza, di inviare un inventario di tale patrimonio al comune nel quale è stata aperta la successione prima che tali proprietà vengano pagate, consegnate o cedute.
5.3 a ricevere una dichiarazione di accettazione o di rinuncia di un legato?
Si applica la procedura di accettazione o rinuncia.
5.4 a ricevere una dichiarazione di rinuncia o di accettazione di una quota di legittima?
Non esiste una procedura specifica per l'accettazione o la rinuncia a una quota di legittima. Un erede avente diritto a una quota di legittima che non possa percepirla interamente a causa di legati o donazioni può chiedere al giudice di ridurre tali legati o donazioni nella misura necessaria per reintegrare la quota di legittima, previo recupero dei legati e delle donazioni disposti a favore dell'erede interessato, ad esclusione delle donazioni ordinarie.
Se un erede la cui quota sia stata lesa rivendica diritti di successione nei confronti di persone che non sono eredi legittimi, deve accettare l'eredità sulla base di un inventario dei beni ereditari.
Per stabilire la quota di cui il testatore può disporre e l'entità delle quote di legittima degli eredi, tutti i beni appartenenti al testatore al momento del decesso vengono conferiti nell'asse ereditario previa deduzione dei debiti e degli eventuali accrescimenti dell'eredità ai sensi dell'articolo 12, secondo comma, della legge sulle successioni. Vengono quindi sommate le donazioni, ad eccezione delle donazioni ordinarie, in funzione della loro qualità al momento in cui sono state effettuate e del loro valore al momento dell'apertura della successione, nel caso degli immobili, o al momento in cui sono state effettuate, nel caso dei beni mobili.
I lasciti testamentari vengono ridotti pro rata senza distinzione tra eredi e legatari, salvo che il testatore abbia disposto diversamente.
6 Breve descrizione della procedura per decidere una successione secondo il diritto nazionale (compreso lo scioglimento del patrimonio e la ripartizione degli attivi, con informazione se la procedura è iniziata su istanza di un giudice o d'ufficio da parte di un'altra autorità competente)
Si procede allo scioglimento di un patrimonio mediante divisione giudiziale o volontaria.
Ogni comproprietario ha diritto alla divisione, a prescindere dall'entità della sua quota. Ogni erede può richiedere la corresponsione della propria quota in natura, laddove possibile, e la disparità delle quote viene risolta mediante versamento in denaro.
La divisione volontaria presuppone il consenso di tutti i comproprietari e assume la forma di un contratto. Ai sensi dell'articolo 35, primo comma, della legge sulla proprietà, la divisione volontaria dei beni mobili di valore superiore a 50 BGN e dei beni immobili deve essere effettuata per iscritto e le firme devono essere autenticate da un notaio. Nel caso della divisione volontaria, la quota nozionale di ogni comproprietario si converte in un diritto separato e autonomo di proprietà su una quota effettiva del bene comune.
La divisione giudiziale si svolge secondo un procedimento speciale disciplinato dagli articoli 341 e seguenti del codice di procedura civile. La domanda di divisione del patrimonio non è soggetta a termini. Tale procedimento speciale comprende due fasi.
La prima fase verte sull'ammissibilità della divisione.
Il coerede che chiede la divisione presenta una domanda scritta al tribunale distrettuale, allegando:
1. il certificato di morte del de cuius e un certificato di successione;
2. un certificato o altra prova scritta concernente il patrimonio ereditario;
3. copie della domanda e dei relativi allegati per gli altri coeredi.
Alla prima udienza, ogni altro coerede può presentare una domanda scritta diretta a far includere altri beni nell'asse ereditario. Sempre alla prima udienza, qualsiasi coerede può contestare il diritto di un altro coerede a partecipare alla divisione o l'entità della sua quota, o l'inclusione di determinati beni nell'asse ereditario.
Nel procedimento di divisione il giudice dirime le controversie concernenti la discendenza, le adozioni, i testamenti, l'autenticità delle prove scritte o le domande dirette alla riduzione dell'importo delle disposizioni o donazioni testamentarie.
La prima fase si conclude con una decisione sull'ammissibilità della divisione. Il giudice stabilisce quali beni debbano essere divisi e tra quali persone, nonché la quota di ciascun coerede. Nel pronunciarsi sull'ammissibilità della divisione di un bene mobile, il giudice stabilisce anche quale partecipante alla divisione debba avere il possesso del bene.
Nella medesima decisione o successivamente, se uno o più eredi non utilizzano il patrimonio ereditario conformemente ai loro diritti successori, il giudice può stabilire, su domanda di un erede, quali eredi possano utilizzare i beni ereditari in attesa del completamento della divisione e quali somme gli utilizzatori debbano corrispondere agli altri eredi per tale utilizzo.
La seconda fase consiste nella divisione in senso stretto. Si definiscono le quote e i beni vengono assegnati in via esclusiva ai singoli partecipanti. Ciò ha luogo attraverso l'elaborazione di un progetto di divisione e un'estrazione a sorte. Il giudice redige un progetto di divisione in base al parere di un perito, conformemente alla legge sulle successioni. Convoca poi le parti per esporre loro il progetto e ascoltare le loro obiezioni. Successivamente redige il piano definitivo di divisione e lo adotta con sentenza. Una volta divenuta esecutiva la decisione sulla divisione, il giudice convoca le parti per il sorteggio. Il giudice può dividere i beni ereditari tra le parti della divisione senza procedere al sorteggio se la determinazione delle quote e l'estrazione a sorte risultano impossibili o eccessivamente onerose.
Se un bene è indivisibile e non può essere assegnato a una quota, l'organo giurisdizionale ne dispone la vendita al pubblico incanto, a cui le parti della divisione possono presentare offerte.
Se il bene indivisibile è una casa che rientrava nel patrimonio coniugale delle parti di un matrimonio cessato alla morte di uno dei coniugi o a seguito di divorzio, e il coniuge superstite o l'ex-coniuge che esercita la potestà sui figli nati dal matrimonio non dispone di un'abitazione propria, il giudice può, su richiesta di detto coniuge o ex-coniuge, considerare la suddetta casa come una quota, compensando le quote degli altri partecipanti alla divisione con altri beni o somme di denaro.
Se il bene indivisibile è una casa, ogni partecipante alla divisione che vi abiti al momento dell'apertura della successione e non abbia un'abitazione propria può chiedere che tale bene sia assegnato alla sua quota e che le quote degli altri partecipanti siano compensate con altri beni o somme di denaro. Se più partecipanti alla divisione soddisfano tali requisiti e rivendicano il bene, viene data priorità al partecipante che offre il prezzo maggiore.
La domanda di assegnazione deve essere presentata entro la prima udienza dopo il passaggio in giudicato della decisione giudiziaria che dichiara l'ammissibilità della ripartizione. Il bene viene valutato al suo valore attuale.
In caso di compensazione in denaro, il capitale e gli interessi legali devono essere pagati entro sei mesi dalla data in cui è divenuta esecutiva la decisione di assegnazione.
Il partecipante alla divisione che ha ricevuto un bene assegnato alla sua quota ne diviene proprietario, previo pagamento entro il termine prescritto della compensazione pecuniaria con gli interessi legali. In caso di mancato pagamento entro il termine, la decisione di assegnazione diviene nulla ipso iure e il bene viene posto in vendita al pubblico incanto. Il bene può essere assegnato senza vendita all'incanto a un altro partecipante alla divisione che soddisfi i requisiti e ne abbia chiesto l'assegnazione entro il termine prescritto, purché detto partecipante ne paghi immediatamente il prezzo stimato previa deduzione del valore della sua quota. I proventi vengono ripartiti pro rata tra gli altri partecipanti alla divisione.
È possibile porre termine al procedimento di divisione giudiziale e provvedere alla liquidazione del patrimonio ereditario mediante un accordo tra le parti omologato dall'organo giurisdizionale.
7 Come e quando si diventa eredi o legatari?
Si diventa erede o legatario nel momento in cui si accetta la successione. Prima di accettare, la persona avente diritto ad ereditare può amministrare il patrimonio ed esercitare azioni possessorie per tutelarlo.
8 Gli eredi sono responsabili dei debiti del defunto e, in caso affermativo, a quali condizioni?
Ogni erede o legatario, acquisendo la sua quota (indivisa) del patrimonio del de cuius, acquista una quota nozionale delle attività e passività dell'asse ereditario.
Gli eredi che hanno accettato la successione rispondono dei debiti gravanti sul patrimonio ereditario in misura proporzionale alla loro quota.
L'erede che abbia accettato la successione con beneficio di inventario risponde dei debiti ereditari solo nei limiti del patrimonio ricevuto.
La dichiarazione di accettazione della successione con beneficio di inventario deve essere presentata per iscritto al giudice distrettuale entro tre mesi dalla data in cui l'erede ha avuto conoscenza dell'apertura della successione. Il giudice distrettuale può prorogare tale termine per un massimo di tre mesi. L'atto di accettazione viene iscritto in un apposito registro presso l'organo giurisdizionale.
Le persone legalmente incapaci e le organizzazioni governative o non governative possono accettare un'eredità esclusivamente con beneficio di inventario.
Se un erede accetta la successione con beneficio di inventario, gli altri eredi possono trarne vantaggio, senza pregiudizio per il loro diritto di accettare la successione o di rinunciarvi.
L'inventario è redatto conformemente al codice di procedura civile.
I creditori del patrimonio ereditario e i legatari, entro tre mesi dall'accettazione dell'adesione, possono chiedere una separazione del patrimonio del de cuius da quello dell'erede. Tale separazione viene effettuata in relazione ai beni immobili mediante un'iscrizione nei registri dei beni immobili del de cuius secondo la procedura di cui alla Zakon za kadastara i imotniya registar (legge sui registri catastali e immobiliari), mentre per quanto concerne i beni mobili, si procede mediante la presentazione di una domanda al giudice distrettuale, che viene iscritta nel registro speciale dedicato alle accettazioni e alle rinunce di successioni.
I creditori del patrimonio ereditario e i legatari che hanno richiesto la separazione hanno la precedenza su coloro che non hanno proceduto in tal senso. Laddove tanto i creditori quanto i legatari abbiano richiesto una separazione, i primi hanno la precedenza sui secondi.
Un atto di esecuzione emesso contro il defunto può essere eseguito anche nei confronti dei beni dei suoi eredi fatto salvo il caso in cui si constati che hanno rinunciato alla successione o hanno accettato con beneficio di inventario. Laddove l'erede non abbia accettato la successione, l'ufficiale giudiziario stabilisce il termine ai sensi dell'articolo 51 della legge sulle successioni, comunicando la dichiarazione dell'erede al giudice distrettuale competente affinché la dichiarazione possa essere debitamente registrata.
Un caso specifico in cui l'erede risponde dei debiti del de cuius è trattato nell'articolo 150 della Zakon za protivodeystvie na koruptsiyata i za otnemane na nezakonno pridobitoto imushtestvo (legge anticorruzione e sulla confisca di beni acquisiti illegalmente), secondo il quale qualsiasi bene acquisito illegalmente viene confiscato anche ad eredi o legatari nella misura in cui essi li hanno ricevuti.
In tali situazioni i diritti dello Stato ai sensi della legge si estinguono una volta scaduto un termine di prescrizione di dieci anni che inizia a decorrere dalla data di acquisizione dei beni. Il termine di prescrizione è tuttavia sospeso per la durata dei procedimenti di cui alla sezione IV di tale legge.
9 Quali sono i documenti e le informazioni che di solito sono richiesti al fine della registrazione di un bene immobile?
Le copie dei testamenti pubblici che dispongono di beni immobili o diritti immobiliari devono essere registrate. Nel caso delle successioni universali, l'esistenza di un immobile nel distretto giudiziario di pertinenza viene attestato con una dichiarazione, recante la firma del beneficiario autenticata da notaio, che identifica gli immobili ubicati in tale distretto dei quali il beneficiario è a conoscenza. La dichiarazione deve essere presentata, unitamente al testamento, al giudice competente per la registrazione del distretto in cui si trova l'immobile.
Il giudice della registrazione dà istruzioni all'ufficio competente del luogo in cui è ubicato l'immobile affinché ne effettui la registrazione collocando gli atti pertinenti nei registri accessibili al pubblico.
Alla domanda di registrazione devono essere allegate due copie autenticate da notaio del testamento che dispone degli immobili o dei diritti immobiliari.
Altri strumenti soggetti a registrazione sono i contratti per la divisione di beni immobili, le dichiarazioni di divisione giudiziale di tali beni, le decisioni definitive di organi giurisdizionali che sostituiscono tali dichiarazioni e domande da parte dei creditori o legatari del de cuius per la separazione di beni immobili di quest'ultimo.
9.1 La nomina di un amministratore è obbligatoria o diventa tale solo su richiesta? Se essa è obbligatoria o lo diventa su richiesta, quali sono i necessari adempimenti a tal fine?
Non è obbligatorio nominare un amministratore. Il testatore può designare come amministratori una o più persone legalmente capaci di agire.
Su richiesta di qualsiasi interessato, il tribunale distrettuale competente in relazione al luogo in cui è stata aperta la successione può fissare un termine entro il quale la persona designata può accettare l'incarico. Se, alla scadenza del termine, detta persona non ha accettato l'incarico, si presume che l'abbia rifiutato.
Il giudice distrettuale può revocare l'amministratore qualora il medesimo perda la capacità giuridica oppure agisca negligentemente o in modo incompatibile con la fiducia che gli è stata accordata.
9.2 Chi può eseguire una disposizione a causa di morte del defunto e/o chi può amministrarne il patrimonio?
Si veda la risposta alla domanda precedente.
In generale, se il de cuius non ha lasciato testamento o non ha designato un esecutore testamentario, ogni avente diritto ad ereditare può amministrare i beni ed esercitare azioni possessorie per tutelarli nelle more dell'accettazione dell'eredità.
L'erede che ha accettato la successione con beneficio di inventario amministra i beni e, nel farlo, è tenuto a esercitare la medesima cura che egli pone nei propri affari. Tale erede non può cedere i beni immobili nei cinque anni successivi all'accettazione, mentre per i beni mobili tale termine è di tre anni. Tali termini si applicano fatto salvo il caso in cui l'erede sia autorizzato dal giudice distrettuale a effettuare tale cessione; in caso contrario, la responsabilità dell'erede per i debiti del de cuius diventa illimitata. Tale erede deve rendere conto della sua amministrazione ai creditori e ai legatari.
Se la residenza della persona avente diritto all'eredità non è nota oppure è nota ma tale persona non ha assunto l'amministrazione dei beni, il giudice distrettuale, agendo di propria iniziativa o su richiesta delle parti interessate, nomina un amministratore dei beni.
L'amministratore deve stilare un inventario dei beni. L'amministratore è competente per avanzare domande e rispondere a quelle ricevute in merito agli attivi e ai passivi del patrimonio ereditario. L'amministratore deve ottenere l'autorizzazione dal giudice distrettuale per il rimborso dei debiti di tale patrimonio, i lasciti e la vendita di beni immobili.
9.3 Quali sono i poteri di un amministratore?
L'amministratore deve redigere un inventario dei beni invitando gli eredi e i legatari a partecipare.
L'amministratore prende possesso del patrimonio ereditario e lo gestisce nella misura necessaria per dare esecuzione alle disposizioni testamentarie.
L'amministratore non può cedere beni, salvo che sia necessario e consentito dal tribunale distrettuale, che statuisce al riguardo dopo avere sentito gli eredi.
Per i casi in cui un giudice distrettuale nomina un amministratore, cfr. la risposta al punto 9.2.
10 Quali sono i documenti tipicamente emessi secondo il diritto nazionale durante o alla fine del procedimento successorio che provano lo status e i diritti dei beneficiari? Essi hanno specifici effetti probatori?
Se il de cuius ha lasciato un testamento olografo, il notaio lo pubblica, redigendo una dichiarazione in cui descrive lo stato del testamento e fa menzione della sua apertura.
Lo status di erede legittimo è attestato da un certificato di successione rilasciato dal sindaco del comune dell'ultima residenza permanente del de cuius.
I certificati di successione vengono rilasciati solo alle persone iscritte all'anagrafe alla data del decesso per le quali sia stato redatto un certificato di morte.
Laddove il de cuius non sia un cittadino bulgaro ma sia iscritto all'anagrafe e un certificato di morte in merito allo stesso non venga redatto nel territorio della Bulgaria, ai fini dell'emissione di tale certificato è necessario presentare un duplicato o un estratto della registrazione del decesso redatto dal conservatore di un ufficio di stato civile locale straniero. Laddove il registro anagrafico non contenga tutti i dati necessari per il rilascio di tale certificato, occorre presentare un documento ufficiale rilasciato dalle autorità competenti dello Stato di cui la persona è cittadina atto a certificare il proprio stato civile, i dettagli del coniuge e dei parenti in linea diretta di primo grado di consanguineità nonché dei parenti in linea collaterale di secondo grado.
Il certificato di successione viene rilasciato conformemente all'articolo 24, secondo comma, della legge sulle registrazioni civili e all'articolo 9 del regolamento sul rilascio di certificati in base al registro anagrafico. Detto certificato è rilasciato agli eredi legittimi o ai loro rappresentanti, oppure a terzi che lo richiedano per poter esercitare legittimi poteri o che siano espressamente autorizzati con procura notarile.
Ai fini del rilascio del certificato occorrono:
- una domanda che utilizza il modulo del centro informazioni dell'ufficio di stato civile (GRAO), che specifica i dettagli degli eredi del de cuius, la quale deve essere presentata da un erede o da una persona autorizzata da un erede;
- una copia del certificato di morte (se rilasciato da un altro comune);
- il documento di identità del richiedente;
- una procura autenticata da notaio, nel caso in cui la domanda sia presentata da un rappresentante autorizzato.
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