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Questa scheda è stata preparata in cooperazione con il Consiglio del notariato dell'UE (CNUE).
Gli atti di disposizione mortis causa possono essere compiuti in tre modi: (a) mediante testamento — che può essere congiunto tra marito e moglie, noto come "unica carta" — o (b) mediante testamento segreto depositato in tribunale dal testatore o dal notaio, o, in mancanza di essi, (c) i beni sono distribuiti in base alla legge (successione ab intestato).
Un testamento può contenere atti di disposizione dell'intero patrimonio o di parte di esso. I beni che non sono oggetto del testamento sono attribuiti in base alla legge. I testamenti possono comprendere disposizioni a titolo universale, quando il testatore attribuisce tutti i propri beni a una o più persone (note come eredi), e disposizioni a titolo particolare con le persone ivi chiamate ad ereditare, note come legatari.
Entro quindici giorni dalla data del testamento, il notaio redige una nota di iscrizione e lo iscrive dinanzi al direttore del pubblico registro. È possibile rendere un testamento segreto dinanzi a un giudice oppure dinanzi a un magistrato presso il tribunale di volontaria giurisdizione: tale tipologia di testamento può essere resa anche di persona dinanzi a un notaio che, entro quattro giorni lavorativi dalla data della formulazione del testamento, deve presentarlo al tribunale di volontaria giurisdizione affinché sia conservato presso la cancelleria dello stesso.
Il codice civile fa riferimento alla quota di legittima. Si tratta di un diritto di credito sul patrimonio del defunto riservato dalla legge a favore dei discendenti del de cuius da parte della moglie o del marito superstiti. A norma dell'articolo 616 del suddetto codice, la quota di legittima accantonata per tutti i figli — a prescindere dal fatto che siano stati concepiti o nati in costanza di matrimonio o al di fuori di esso o che siano stati adottati — è pari, in presenza di non più di quattro figli, a un terzo del valore del patrimonio e, in presenza di cinque o più figli, a metà del patrimonio.
In mancanza di testamento o di testamento valido, quando gli eredi non vogliono o non possono ereditare o non esiste un diritto di accrescimento tra gli eredi, la successione si apre ab intestato in base alle disposizioni di legge.
In tali casi l'eredità si trasferisce per legge ai discendenti, agli ascendenti, ai parenti in linea collaterale, nonché alla moglie o al marito del defunto e al governo di Malta. La successione opera così in ragione della prossimità del vincolo di parentela stabilita sulla base del numero di generazioni. Se al defunto non sopravvivono persone aventi titolo per succedere, l'eredità è devoluta al governo di Malta.
In caso di successione ab intestato, l'eredità non può essere devoluta a chi abbia impedito al defunto di fare testamento ricorrendo all'inganno o alla violenza e che sia pertanto incapace o indegno a riceverla.
I giudici di Malta hanno competenza generale a definire le controversie in materia di successione. Il Tribunale competente in materia di divisione dell'eredità ha competenza speciale in determinate situazioni specifiche, quando gli eredi non concordano su come debba essere ripartita l'eredità.
Di norma, quando non ci sono disaccordi o controversie sulla successione, sono coinvolti notai o avvocati.
Ogni persona che vi abbia interesse può rivolgersi al giudice di volontaria giurisdizione chiedendo che emetta un provvedimento di apertura della successione a suo favore.
La cancelleria del tribunale e i notai.
La cancelleria del tribunale e i notai.
La cancelleria del tribunale e i notai.
La successione si avvia quando una persona che vi abbia interesse si reca da un notaio o da un avvocato e quest'ultimo verifica, rispettivamente presso il registro pubblico o il tribunale, l'esistenza di eventuali testamenti pubblici o privati. La successione si apre a conclusione di tale procedura: il notaio o l'avvocato individua quindi gli eredi o i legatari, se presenti, e li informa dell'esito delle ricerche compiute. La proprietà è poi divisa in conformità alla volontà del testatore. Se il defunto non ha lasciato alcun testamento, la proprietà è divisa in base alle disposizioni di legge.
Sia i beni mobili sia i beni immobili possono essere venduti con il consenso degli eredi e il ricavato è ripartito tra questi ultimi secondo le proporzioni indicate in testamento.
In caso di controversia, ad esempio rispetto all'autenticità del testamento o alla divisione dell'eredità, l'erede che solleva la questione può adire la Prima sezione del Tribunale civile o il Tribunale competente in materia di divisione dell'eredità.
La successione si apre con la morte o con il passaggio in giudicato della sentenza che dichiara la morte presunta della persona della cui successione si tratta in ragione della sua lunga assenza.
Nessuno è tenuto ad accettare l'eredità che gli è stata devoluta. L'accettazione può essere espressa o implicita. Si ha accettazione implicita quando l'erede compie un atto che implica la sua intenzione di accettare l'eredità, mentre è espressa se egli assume lo status di erede in un atto pubblico o in un documento scritto privato. Di contro, non è possibile presumere la rinuncia.
Nel caso del legato, a partire dalla morte del testatore, il legatario ha il diritto di chiedere agli eredi di essere immesso nel possesso dei beni che gli sono stati devoluti a tale titolo.
Sì, gli eredi sono responsabili per i debiti del de cuius nella misura e secondo le modalità fissate dal testatore. Se il testatore muore senza testamento o se non ha previsto una ripartizione dei debiti, gli eredi vi adempiono in proporzione alle rispettive quote di eredità. Ciascun erede è personalmente responsabile per i debiti ereditari.
Se uno degli eredi è proprietario di beni ipotecati a garanzia del debito, egli risponde, rispetto a tali beni, per l'intero debito. Se un erede ha pagato, in ragione di tale ipoteca, un importo superiore alla quota di debito comune gravante su di lui, egli ha diritto di essere tenuto indenne dagli altri eredi nei limiti della loro quota.
La normativa in materia di successioni non prevede a carico degli eredi alcun obbligo di registrazione della proprietà immobiliare ereditata. Tuttavia, in base alla legge sugli obblighi in materia di documenti e trasferimenti, chi eredita una proprietà immobiliare deve rendere una dichiarazione causa mortis dinanzi al registro pubblico. Tale dichiarazione contiene essenzialmente la data, i dati del defunto e del suo erede/legatario, la data e il luogo del decesso, una descrizione del patrimonio ereditato, il titolo di trasferimento, il valore della proprietà immobiliare, il luogo in cui la dichiarazione è stata resa e le firme del dichiarante e del notaio.
La nomina di un amministratore non è obbligatoria.
L'erede o l'esecutore testamentario.
L'amministratore o l'esecutore testamentario redigono un inventario dell'eredità. Essi esercitano e promuovono i diritti inerenti a tale eredità reagendo a ogni azione giudiziaria avanzata nei confronti di essa, amministrano — con l'obbligo di deposito — il denaro eventualmente compreso nella suddetta eredità o ricevuto per la vendita di beni mobili o immobili e redigono un rendiconto a favore della persona interessata.
In linea generale, non sono emessi documenti costituenti prova dello status e dei diritti del beneficiario dal momento che la successione è devoluta automaticamente con il decesso. Tuttavia, chi vi abbia interesse può rivolgersi al Tribunale di volontaria giurisdizione chiedendo l'apertura della successione a suo favore.
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