- 1 Quali sono i tipi di termini rilevanti ai fini dei procedimenti civili?
- 2 Elenco dei giorni previsti come festivi conformemente al regolamento (CEE, Euratom) n. 1182/71 del 3 giugno 1971
- 3 Quali sono i principi giuridici generali concernenti i termini processuali civili?
- 4 Quando un atto o una formalità devono essere compiuti entro un determinato termine, qual è il momento iniziale dal quale il termine decorre (dies a quo)?
- 5 Può il momento iniziale dal quale il termine decorre essere influenzato o modificato dalle modalità di notificazione o comunicazione degli atti (a mezzo dell’ufficiale giudiziario o a mezzo del servizio postale)?
- 6 Nel caso in cui l’accadimento di un fatto determina il momento iniziale per il decorso del termine, il giorno stesso dell’accadimento è incluso nel calcolo del termine?
- 7 Quando un termine è espresso in giorni, il numero ivi indicato comprende i giorni di calendario o solo i giorni lavorativi?
- 8 Se il termine è espresso in settimane, mesi o anni?
- 9 Se è espresso in settimane, mesi o anni, quando scade il termine?
- 10 Se il termine scade il sabato, la domenica o un altro giorno festivo, è prorogato fino al primo giorno lavorativo seguente?
- 11 Esistono circostanze in cui i termini possano essere prorogati? A quali condizioni può essere ottenuta una proroga?
- 12 Quali sono i termini per le impugnazioni?
- 13 Può il giudice modificare i termini, in particolare i termini di comparizione, o fissare una data precisa per la comparizione?
- 14 Quando un atto destinato ad una parte residente in una località in cui beneficerebbe di un termine prorogato, è notificato in un luogo in cui i residenti non beneficiano di tale proroga, l’interessato perde il beneficio di tale termine?
- 15 Quali sono gli effetti del mancato rispetto dei termini?
- 16 Se il termine è scaduto, quali rimedi sono disponibili per le parti che non l'hanno rispettato, ossia le parti incorse nella decadenza?
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1 Quali sono i tipi di termini rilevanti ai fini dei procedimenti civili?
In Polonia i termini della procedura civile si distinguono come segue:
- per quanto riguarda gli atti processuali delle parti: termini di legge, giudiziari e contrattuali;
- per quanto riguarda gli atti processuali del giudice: termini indicativi.
I termini di legge e giudiziari corrispondono alla data limite che non può essere superata.
I termini di legge, definiti come termini perentori (ossia termini il cui mancato rispetto rende nullo un determinato atto processuale), sono stabiliti da leggi. Tali termini non possono essere prorogati o abbreviati. Un termine stabilito per legge inizia a decorrere dal momento specificato in una legge. Esistono due tipi di termini di legge: i termini entro i quali deve essere compiuto un atto e i termini dopo i quali è possibile compiere un atto. I termini di legge includono quelli per la presentazione di mezzi di ricorso, ad esempio il termine per presentare un'impugnazione o un reclamo.
I termini giudiziari sono anch'essi definiti come termini perentori, tuttavia sono stabiliti da un organo giurisdizionale o da un giudice. I termini giudiziari possono essere prorogati o abbreviati, ma soltanto per un motivo importante e a fronte di una richiesta presentata prima della scadenza del termine, anche senza aver sentito l'opponente. Questi termini iniziano a decorrere dal momento in cui viene pronunciata una decisione o viene emesso un ordine in tal senso. Laddove il codice di procedura civile preveda la notificazione automatica, detti termini iniziano a decorrere dal momento della notificazione della decisione o dell'ordine. I termini giudiziari comprendono i termini per regolarizzare una mancanza dal punto di vista della capacità processuale o per porre rimedio a difetti formali presenti in un'impugnazione o una denuncia.
I termini contrattuali, come suggerito dal nome stesso, sono stabiliti tramite un accordo tra le parti. Un esempio classico è la sospensione di un procedimento a fronte di una richiesta congiunta delle parti. Qualora le parti presentino tale richiesta l'organo giurisdizionale può sospendere il procedimento (ma non è tenuto a farlo). L'applicazione di questo tipo di termine dipende soltanto dalla volontà delle parti.
Di norma i termini indicativi sono rivolti alle autorità giudiziarie (organi giurisdizionali) e non alle parti. L'inosservanza di tali termini non ha conseguenze negative sui procedimenti corrispondenti. Il loro scopo fondamentale è quello di applicare il principio della rapidità processuale. Un esempio di tali termini è il termine entro il quale un organo giurisdizionale deve redigere i motivi di una sentenza.
2 Elenco dei giorni previsti come festivi conformemente al regolamento (CEE, Euratom) n. 1182/71 del 3 giugno 1971
Ai sensi della legge del 18 gennaio 1951 sui giorni non lavorativi, si applicano i seguenti giorni non lavorativi stabiliti per legge:
1. tutte le domeniche (i sabati non sono giorni non lavorativi stabiliti per legge);
2. i giorni elencati di seguito:
- 1º gennaio - Capodanno;
- 6 gennaio - Epifania;
- domenica di Pasqua;
- lunedì di Pasqua;
- 1º maggio - Festa nazionale;
- 3 maggio - Festa nazionale del tre maggio;
- domenica di Pentecoste;
- Corpus Domini;
- 15 agosto - Assunzione di Maria;
- 1º novembre - Ognissanti;
- 11 novembre - Festa nazionale - giorno dell'indipendenza;
- 25 dicembre - Natale;
- 26 dicembre - Santo Stefano.
Nel 2024 la domenica di Pasqua cade il 31 marzo, il lunedì di Pasqua il 1º aprile, la domenica di Pentecoste il 19 maggio e il Corpus Domini il 30 maggio.
3 Quali sono i principi giuridici generali concernenti i termini processuali civili?
Nel diritto civile, la parola "termine" può avere due significati: può indicare un momento specifico (ad esempio il 5 aprile 2017) oppure un periodo specifico con un inizio e una fine (ad esempio 14 giorni).
Qualora sia fissato un termine finale (una data entro la quale un atto deve essere compiuto), ciò che conta è il momento esatto in cui detto termine scade. Un termine non deve essere necessariamente specificato come un giorno, ma deve in tal caso essere definito dal verificarsi dell'evento previsto dalle parti contraenti in una situazione specifica.
I termini processuali vengono definiti utilizzando come unità di tempo i giorni, le settimane, i mesi o gli anni. Ai sensi dell'articolo 165 del codice di procedura civile, il metodo di calcolo dei termini nel contesto di un procedimento giudiziario civile è disciplinato dalle disposizioni del codice civile in materia di termini, qualora una legge, una sentenza di un organo giurisdizionale, una decisione di un'altra autorità statale o un atto giuridico fissino un termine senza specificare come lo stesso debba essere calcolato (articolo 110 del codice civile). L'invio di un'istanza presso un ufficio postale polacco del fornitore di servizi postali nazionali nel territorio della Repubblica di Polonia o presso un ufficio postale straniero di un fornitore di servizi postali nazionali nel territorio di un altro Stato membro dell'Unione europea è considerato equivalente al deposito di tale atto presso l'organo giurisdizionale. Lo stesso si applica in caso di presentazione di un documento da parte di un soldato presso il quartier generale della sua unità, da parte di una persona privata della libertà presso l'amministrazione dell'istituto penitenziario o da parte di un membro dell'equipaggio di una nave marittima polacca presso il comandante di tale nave.
Un giorno è costituito da 24 ore e inizia e termina alle 24:00. Un termine specificato in giorni scade alla fine dell'ultimo giorno. Un termine espresso in settimane, mesi o anni scade alla fine del giorno corrispondente, indicato per nome o data, rispetto al primo giorno del termine oppure, se tale giorno non esiste nell'ultimo mese, il termine scade l'ultimo giorno di tale mese. Se un termine è espresso come inizio, metà o fine di un mese, detto termine si intende corrispondere al primo, al quindicesimo o all'ultimo giorno del mese; mentre metà mese corrisponde a 15 giorni. Se un termine è fissato in mesi o anni e la continuità non è richiesta, si presume che un mese abbia 30 giorni e un anno 365 giorni. Se la fine del termine per il compimento di un atto cade in un giorno a norma di legge non lavorativo o di sabato, il termine scade il primo giorno successivo che non sia un giorno non lavorativo o un sabato.
4 Quando un atto o una formalità devono essere compiuti entro un determinato termine, qual è il momento iniziale dal quale il termine decorre (dies a quo)?
Se l'inizio di un termine fissato in giorni è un evento specifico, il giorno in cui si verifica tale evento non viene preso in considerazione per il calcolo del termine. Ad esempio, se l'11 gennaio 2017 un organo giurisdizionale notifica a una parte un atto che intima ad essa di eseguire una determinata azione entro un termine di sette giorni, tale termine scade alla mezzanotte (24:00) del 18 gennaio 2017.
5 Può il momento iniziale dal quale il termine decorre essere influenzato o modificato dalle modalità di notificazione o comunicazione degli atti (a mezzo dell’ufficiale giudiziario o a mezzo del servizio postale)?
Un organo giurisdizionale può notificare un atto giudiziario in vari modi: tramite posta, ufficiali giudiziari, messi o un servizio di notificazione dell'organo giurisdizionale. La notificazione al destinatario può essere effettuata anche consegnando il documento al destinatario presso la cancelleria dell'organo giurisdizionale. Fintantoché la notificazione viene debitamente effettuata, tutti questi metodi sono ugualmente validi e la scelta del metodo non influisce sul rispetto dei termini.
Dall'8 settembre 2016 la legge consente agli organi giurisdizionali di notificare atti giudiziari tramite un sistema di trasmissione dati, qualora il destinatario abbia depositato documenti tramite tale sistema o abbia scelto di farlo. Un destinatario che abbia scelto di presentare documenti tramite un sistema di trasmissione dati può scegliere di non utilizzare la notificazione elettronica.
Un documento notificato per via elettronica viene considerato debitamente notificato alla data specificata nella conferma elettronica di ricezione della corrispondenza, anche se tale data cade in un giorno che per legge è un giorno non lavorativo. Il fatto che la corrispondenza elettronica sia ricevuta di notte non ha alcuna influenza sull'efficacia della notificazione. In assenza di una conferma elettronica di ricezione della corrispondenza, la notificazione viene considerata efficace 14 giorni dopo la data in cui il documento è stato caricato nel sistema di trasmissione dati. Le norme di cui sopra richiedono che le parti verifichino il proprio account elettronico almeno una volta ogni 14 giorni.
6 Nel caso in cui l’accadimento di un fatto determina il momento iniziale per il decorso del termine, il giorno stesso dell’accadimento è incluso nel calcolo del termine?
Se l'inizio di un termine fissato in giorni è un evento specifico, il giorno in cui si verifica tale evento non viene preso in considerazione per il calcolo del termine.
7 Quando un termine è espresso in giorni, il numero ivi indicato comprende i giorni di calendario o solo i giorni lavorativi?
I termini fissati in giorni sono espressi in giorni di calendario. Se la fine del termine per il compimento di un atto cade in un giorno a norma di legge non lavorativo o di sabato, il termine scade il primo giorno successivo che non sia un giorno non lavorativo o un sabato.
8 Se il termine è espresso in settimane, mesi o anni?
Un termine espresso in settimane, mesi o anni scade alla fine del giorno corrispondente, indicato per nome o data, rispetto al primo giorno del termine oppure, se tale giorno non esiste nell'ultimo mese, il termine scade l'ultimo giorno di tale mese.
Se un termine è espresso come inizio, metà o fine di un mese, detto termine si intende corrispondere al primo, al quindicesimo o all'ultimo giorno del mese; mentre metà mese corrisponde a 15 giorni.
Se un termine è fissato in mesi o anni e la continuità non è richiesta, si presume che un mese abbia 30 giorni e un anno 365 giorni.
9 Se è espresso in settimane, mesi o anni, quando scade il termine?
Un termine espresso in settimane, mesi o anni scade alla fine del giorno corrispondente, indicato per nome o data, rispetto al primo giorno del termine oppure, se tale giorno non esiste nell'ultimo mese, il termine scade l'ultimo giorno di tale mese.
Se un termine è espresso come inizio, metà o fine di un mese, detto termine si intende corrispondere al primo, al quindicesimo o all'ultimo giorno del mese; mentre metà mese corrisponde a 15 giorni.
Se un termine è fissato in mesi o anni e la continuità non è richiesta, si presume che un mese abbia 30 giorni e un anno 365 giorni.
10 Se il termine scade il sabato, la domenica o un altro giorno festivo, è prorogato fino al primo giorno lavorativo seguente?
Se la fine del termine per il compimento di un atto cade in un giorno a norma di legge non lavorativo o di sabato, il termine scade il primo giorno successivo che non sia un giorno non lavorativo o un sabato.
11 Esistono circostanze in cui i termini possano essere prorogati? A quali condizioni può essere ottenuta una proroga?
Soltanto i termini giudiziari, ossia i termini stabiliti da un organo giurisdizionale o dal presidente dello stesso, possono essere prorogati o abbreviati. La decisione di prorogare o abbreviare un termine può essere presa dal presidente di un organo giurisdizionale o da quest'ultimo, tuttavia soltanto per motivi importanti, lasciando alla discrezione degli stessi la valutazione delle motivazioni.
Un termine può essere prorogato o abbreviato soltanto su richiesta di una parte, un partecipante a procedimenti non contenziosi, una parte interveniente, un pubblico ministero, un ispettore del lavoro, un difensore civico dei consumatori, un'organizzazione non governativa, un esperto nominato dall'organo giurisdizionale o un testimone, qualora il termine riguardi i loro atti. Tale decisione non può essere presa su iniziativa propria dell'organo giurisdizionale o del giudice.
È infatti necessario che venga presentata una richiesta a tal fine prima della scadenza del termine fissato.
12 Quali sono i termini per le impugnazioni?
Il codice di procedura civile polacco stabilisce i termini processuali di legge per la presentazione di mezzi di ricorso in base al tipo di decisione giudiziaria in questione: sentenza (wyrok), decisione sul merito della causa nei procedimenti non contenziosi (postanowienie co do istoty sprawy w postępowaniu nieprocesowym), sentenza in contumacia (wyrok zaoczny), ingiunzione di pagamento con atto di precetto (nakaz zapłaty w postępowaniu upominawczym), ingiunzione di pagamento nel contesto di un procedimento per ottenere un'ingiunzione di pagamento (nakaz zapłaty w postępowaniu nakazowym) e ordinanze (postanowienie). In particolare, sono stati stabiliti i seguenti termini di legge:
- sentenza e decisione sul merito della causa in procedimenti non contenziosi: la motivazione della sentenza deve essere redatta per iscritto se una parte ne fa richiesta entro una settimana dalla pronuncia del dispositivo della sentenza. Il giudice deve notificare d'ufficio la sentenza alle parti quando la sentenza è pronunciata a porte chiuse e una parte che agisce senza avvocato, un consulente legale o un consulente in materia di brevetti era assente al momento della pronuncia della sentenza perché privata della libertà personale. La sentenza e le informazioni relative alle modalità e ai termini per la presentazione dell'istanza di notificazione della motivazione come anche le informazioni relative alle condizioni, alle modalità e ai termini per la presentazione di un'impugnazione devono essere notificate automaticamente a ogni parte non rappresentata da un avvocato, un consulente legale, un consulente in materia di brevetti o dal Consiglio generale della Repubblica di Polonia. In caso di obbligo di rappresentanza, una parte deve essere rappresentata da un avvocato o da un consulente legale; la parte dovrebbe inoltre essere informata delle disposizioni sull'obbligo di rappresentanza e delle conseguenze del mancato rispetto di tali disposizioni. L'impugnazione può essere presentata al giudice che ha emesso la sentenza impugnata entro due settimane dalla notificazione al ricorrente della sentenza e della motivazione. In caso di proroga del termine per la redazione della motivazione scritta della sentenza, il termine per la presentazione dell'impugnazione è di tre settimane. Il giudice notifica alla parte il termine contestualmente alla notifica della sentenza e della motivazione. Se il termine è indicato in modo errato nella notificazione e la parte vi ha ottemperato, l'impugnazione si considera presentata nel rispetto del termine. I termini di cui sopra (due e tre settimane) si considerano rispettati anche se, prima della loro scadenza, la parte ha presentato un'impugnazione al giudice di secondo grado. In tali casi, il suddetto giudice notifica l'impugnazione al giudice di primo grado e chiede la presentazione del fascicolo.
- Decisione: il termine per la presentazione di un reclamo è di una settimana dalla data di notificazione della decisione e della relativa motivazione, anche nel caso in cui la notificazione sia stata effettuata d'ufficio. Se, al momento della pronuncia, il giudice decide di astenersi dal redigere la motivazione della decisione, il termine inizia a decorrere dalla pronuncia o, in caso di notificazione, dalla data della notificazione. Il giudice è tenuto a redigere la motivazione delle decisioni pronunciate in seduta pubblica solo se sono impugnabili e solo se una parte ne fa richiesta entro una settimana dalla data della pronuncia. Tali decisioni sono notificate solo alla parte che ha richiesto che la motivazione della decisione sia redatta e notificata unitamente alla decisione. Salvo disposizione contraria prevista da una legge specifica, il giudice deve notificare d'ufficio alle parti le decisioni pronunciate in seduta pubblica. Contestualmente alla notificazione di una decisione a una parte non rappresentata da un avvocato, un consulente legale, un consulente in materia di brevetti o dal Consiglio generale della Repubblica di Polonia, si dovrebbe informare tale parte in merito all'ammissibilità, alle condizioni, ai termini e alle modalità di presentazione dell'istanza di notificazione della motivazione e di presentazione dell'impugnazione, o in merito al fatto che la decisione non è impugnabile o che non è necessario redigere i motivi della decisione. Se la decisione impugnabile è stata pronunciata a porte chiuse, il giudice redige la motivazione solo se una parte presenta un'istanza in tal senso entro una settimana dalla notificazione della decisione. La decisione motivata è notificata solo alla parte che ha richiesto la redazione e la notificazione della motivazione. Quando al giudice è imposto da una legge speciale di redigere i motivi di una decisione pronunciata a porte chiuse, la decisione e la motivazione devono essere notificate d'ufficio. Il giudice può redigere la motivazione di una decisione impugnabile pronunciata a porte chiuse se ciò semplifica la procedura o se la decisione riguarda il rimborso delle spese a una persona che non è parte del procedimento. In tal caso, la decisione e la motivazione sono notificate a tutte le parti o alle persone interessate. La notificazione automatica da parte del giudice di una decisione pronunciata a porte chiuse, unitamente alla motivazione, esonera la parte dall'obbligo di presentare un'istanza di notificazione della decisione e della motivazione. Quando pronuncia una decisione impugnabile, il giudice, secondo la sua valutazione basata su tutte le circostanze del caso, può decidere di non redigere la motivazione della decisione, a condizione che la richiesta della parte sia pienamente soddisfatta e gli argomenti addotti dalla parte a sostegno di tale richiesta siano avallati. La decisione deve fare riferimento alle memorie in questione. Se l'atto processuale è notificato dopo la decisione, il termine per la presentazione di un'impugnazione decorre dalla data di notificazione di tale atto. Una decisione di un ufficiale giudiziario è impugnabile se tale decisione potrebbe essere impugnata se fosse pronunciata dall'organo giurisdizionale. L'impugnazione è presentata all'organo giurisdizionale del luogo in cui l'ufficiale giudiziario ha emesso la decisione impugnata, entro una settimana dalla notificazione della decisione. Se la decisione è stata notificata senza motivazione e la parte ha presentato un'istanza per la redazione della motivazione, il termine per la presentazione di un'impugnazione decorre dalla data della notificazione della decisione unitamente alla motivazione.
- Sentenza in contumacia rispetto al convenuto: il convenuto contro il quale è stata pronunciata una sentenza in contumacia può opporvisi entro due settimane dalla notificazione della sentenza.
- Sentenza in contumacia rispetto all'attore: il giudice redige la motivazione di una sentenza in contumacia se il ricorso è stato respinto, in tutto o in parte, e l'attore, entro una settimana dalla notificazione della sentenza, presenta un'istanza volta ad ottenere la motivazione della decisione.
- Ingiunzione di pagamento con atto di precetto e ingiunzione di pagamento nel contesto di un procedimento per ottenere un'ingiunzione di pagamento: in un procedimento d'ingiunzione di pagamento, il giudice ingiunge al convenuto di pagare integralmente il credito, comprese le spese, entro il termine indicato nell'ingiunzione di pagamento, o di presentare un'impugnazione (opposizione all'ingiunzione di pagamento con atto di precetto, opposizione all'ingiunzione di pagamento nel procedimento per ottenere un'ingiunzione di pagamento). I termini sono i seguenti: due settimane dalla data di notificazione dell'ingiunzione di pagamento in caso di ingiunzione di pagamento con atto di precetto, qualora la notificazione dell'ingiunzione al convenuto abbia luogo nel paese; un mese dalla data di notificazione dell'ingiunzione di pagamento, in caso di ingiunzione di pagamento con atto di precetto, qualora la notificazione dell'ingiunzione al convenuto avvenga al di fuori della Polonia ma all'interno dell'Unione europea; un mese dalla data di notificazione dell'ingiunzione in caso di ingiunzione di pagamento emessa nell'ambito di un procedimento per ottenere l'ingiunzione di pagamento, qualora la notificazione al convenuto debba aver luogo nell'Unione europea; tre mesi dalla data di notificazione dell'ingiunzione qualora la notificazione debba aver luogo al di fuori dell'Unione europea. Se, dopo la pronuncia dell'ingiunzione di pagamento, risulta che la notificazione dell'ingiunzione di pagamento deve essere effettuata in un luogo che, a norma del paragrafo 2, giustifica un termine diverso da quello indicato nell'ingiunzione emessa, il giudice pronuncia d'ufficio una decisione che modifichi l'ingiunzione di conseguenza.
13 Può il giudice modificare i termini, in particolare i termini di comparizione, o fissare una data precisa per la comparizione?
Un testimone o una parte coinvolta in un procedimento ha il dovere assoluto di comparire dinanzi all'organo giurisdizionale. Un testimone deve comparire dinanzi all'organo giurisdizionale anche se non è a conoscenza delle circostanze del caso o se ha già deciso di esercitare il proprio diritto di rifiutarsi di testimoniare. Un testimone deve giustificare la propria assenza (mancata comparizione) per iscritto prima della data dell'udienza. Presentare giustificazioni per una mancata comparizione in una data successiva non impedirà all'organo giurisdizionale di imporre una sanzione pecuniaria al testimone in occasione dell'udienza.
Un testimone deve allegare alla sua giustificazione scritta un documento che corrobori la motivazione per la sua incapacità di comparire. La mancata comparizione di un testimone può essere giustificata in caso di motivi di malattia, un importante viaggio di lavoro o un grave incidente imprevisto. Laddove si adduca una malattia come motivazione della mancata comparizione all'atto della convocazione, un medico dell'organo giurisdizionale deve rilasciare un certificato attestante l'impossibilità a comparire. In tal caso, l'organo giurisdizionale fisserà un'altra data per la comparizione.
14 Quando un atto destinato ad una parte residente in una località in cui beneficerebbe di un termine prorogato, è notificato in un luogo in cui i residenti non beneficiano di tale proroga, l’interessato perde il beneficio di tale termine?
Una parte o un testimone sono soggetti alle norme di procedura civile applicate dall'autorità giudiziaria (organo giurisdizionale).
15 Quali sono gli effetti del mancato rispetto dei termini?
Un atto processuale eseguito da una parte in seguito alla scadenza del termine è nullo. Questo principio si applica sia ai termini di legge sia a quelli giudiziari. La nullità di un atto processuale comporta il fatto che un atto compiuto in ritardo non abbia effetti giuridici associati alla sua esecuzione a norma di legge. Un atto processuale compiuto dopo la scadenza del termine è nullo anche se l'organo giurisdizionale non ha ancora emesso la sentenza come conseguenza della scadenza del termine.
16 Se il termine è scaduto, quali rimedi sono disponibili per le parti che non l'hanno rispettato, ossia le parti incorse nella decadenza?
In caso di superamento di un termine, una parte può chiedere di essere rimessa in termini o può presentare una domanda di riapertura del procedimento.
Qualora la parte non abbia rispettato il termine per l'esecuzione di un atto processuale senza che la colpa sia imputabile alla stessa, l'organo giurisdizionale ripristinerà il termine su richiesta di detta parte. Il ripristino del termine non è tuttavia ammesso se il mancato rispetto del termine non ha conseguenze processuali negative per detta parte. Una memoria contenente una richiesta di rimessione in termini deve essere depositata presso l'organo giurisdizionale dinanzi il quale doveva essere compiuto l'atto, non più di una settimana dopo che la motivazione per il mancato rispetto del termine cessa di applicarsi. Le circostanze che giustificano la richiesta devono essere motivate nella memoria. La parte dovrebbe eseguire l'atto processuale contemporaneamente al deposito della sua richiesta. Dopo un anno dal mancato rispetto del termine, quest'ultimo può essere ripristinato soltanto in casi eccezionali. La rimessione in termini per il deposito di un'impugnazione contro una sentenza di annullamento di un matrimonio o contro la pronuncia di un divorzio, oppure contro la dichiarazione di inesistenza di un matrimonio non è ammissibile se anche una sola delle parti si è risposata dopo che la sentenza è passata in giudicato. Una richiesta di rimessione in termini che viene depositata in ritardo o è inammissibile a norma di legge viene respinta dall'organo giurisdizionale. Il fatto di presentare una richiesta di rimessione in termini non interrompe il procedimento o l'esecuzione della sentenza. Tuttavia, a seconda delle circostanze, l'organo giurisdizionale può sospendere il procedimento o l'esecuzione della sentenza. Laddove la richiesta venga accolta, l'organo giurisdizionale può procedere immediatamente all'esame del caso.
La riapertura del procedimento consente di esaminare nuovamente un caso concluso con una sentenza definitiva. Una denuncia che richieda la riapertura del procedimento è spesso considerata come un rimedio giurisdizionale straordinario (o un'impugnazione straordinaria) da utilizzare per contestare sentenze definitive, in opposizione alle impugnazioni ordinarie (da utilizzare in relazione a sentenze non definitive). La riapertura del procedimento per nullità può essere chiesta: se il collegio giudicante comprendeva una persona non autorizzata o se la parte non ha potuto ricusare il giudice escluso per legge prima che la sentenza passasse in giudicato; se una parte non aveva legittimazione ad agire o non aveva la capacità di essere parte del procedimento, o non era adeguatamente rappresentata o è stata illegittimamente privata della possibilità di agire in giudizio; tuttavia la ripresa del procedimento non può essere richiesta se, prima che la sentenza passasse in giudicato, la parte ha acquisito nuovamente la capacità di agire o se la mancanza di rappresentanza è stata sollevata mediante eccezione, o se la parte ha approvato le fasi procedurali seguite. La riapertura del procedimento può essere richiesta anche se la Corte costituzionale dichiara che lo strumento normativo in base al quale è stata pronunciata la sentenza è contrario alla Costituzione, a un trattato internazionale ratificato o a leggi ordinarie.
La riapertura di un procedimento può essere richiesta sulla base di motivi secondo i quali:
- la sentenza si è basata su un documento contraffatto o modificato o su una condanna penale che è stata successivamente annullata;
- oppure la sentenza è stata ottenuta tramite la commissione di un reato.
È possibile richiedere la riapertura del procedimento anche:
- se una sentenza passata in giudicato riguardante lo stesso rapporto giuridico è resa nota tardivamente oppure se vengono rivelate circostanze o prove di fatto che potrebbero influenzare l'esito della causa e che la parte non ha potuto utilizzare nei procedimenti giudiziari precedenti;
- se il contenuto della sentenza è stato influenzato da una decisione, che non ha posto fine alla trattazione della causa, emessa sulla base di un atto normativo riconosciuto dalla Corte costituzionale come contrario alla Costituzione, a un trattato internazionale ratificato o a leggi ordinarie (annullate o modificate in conformità del codice di procedura civile).
La riapertura di un procedimento penale può essere richiesta solo se il reato è stato accertato e una condanna definitiva è stata pronunciata, a meno che il procedimento penale non possa essere avviato o sia stato sospeso per motivi diversi dalla mancanza di prove.
Una domanda di riapertura del procedimento relativo a una sentenza di annullamento di un matrimonio, alla pronuncia di divorzio o a una dichiarazione di inesistenza di un matrimonio non è ammissibile se anche una sola delle parti si è risposata dopo che la sentenza è passata in giudicato. La domanda di riapertura del procedimento deve essere presentata entro tre mesi; tale termine inizia a decorrere dalla data in cui la parte viene a conoscenza di motivi per la riapertura o, qualora i motivi siano l'inadeguata rappresentanza della parte o la privazione della sua capacità di agire, dalla data in cui la parte, un suo organismo con diritto di voto o un suo rappresentante legale sono venuti a conoscenza della sentenza. Qualora la Corte costituzionale abbia stabilito che un atto normativo sulla base del quale è stata pronunciata una sentenza è contrario alla Costituzione, a un accordo internazionale ratificato o alla legge, la richiesta di riapertura deve essere presentata entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della sentenza della Corte costituzionale. Se, al momento della pronuncia della Corte costituzionale, una sentenza (pronunciata sulla base di un atto normativo dichiarato contrario alla Costituzione della Corte costituzionale, a un accordo internazionale ratificato o a una legge ordinaria) non è ancora passata in giudicato a seguito della presentazione di un'impugnazione successivamente respinta, il termine inizia a decorrere dalla data di notificazione della decisione di rigetto o, se la decisione è stata pronunciata in seduta pubblica, dalla data della pronuncia di tale decisione.
La riapertura di un procedimento giudiziario non può essere richiesta più di dieci anni dopo la data in cui una sentenza è divenuta definitiva (a meno che una parte non sia stata in grado di agire o non fosse rappresentata in maniera adeguata).
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