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Le norme riguardanti l’assunzione delle prove e la presentazione, selezione, raccolta, analisi e valutazione degli elementi di prova nei procedimenti civili sono contenute negli articoli da 219 a 276 della legge in materia di procedura civile, Zakon o parničnom postupku (codice di procedura civile) (Narodne Novine (“NN”; Gazzetta ufficiale della Repubblica di Croazia) nn. 53/91, 91/92, 112/99, 129/00, 88/01, 117/03, 88/05, 2/07, 84/08, 123/08, 96/08, 57/11, 25/13, 89/14 e 70/19, in prosieguo “ZPP”).
In base alla norma generale, ciascuna parte deve esporre i fatti e addurre le prove che sono a fondamento della propria domanda o che consentono di contestare le dichiarazioni e le prove della controparte. In altri termini, nella raccolta dei fatti e nella presentazione delle prove il diritto procedurale (civile) croato fa prevalere il principio del diritto di essere sentiti.
Di conseguenza, ciascuna parte deve dimostrare la veridicità delle dichiarazioni rese riguardo all’esistenza di fatti a suo favore, su cui si basano le loro dichiarazioni (e obiezioni), se non diversamente previsto dalla legge.
In genere, il giudice è autorizzato ad appurare solo i fatti riferiti dalle parti e ad assumere soltanto le prove presentate dalle parti. In via eccezionale e soltanto laddove presuma che le parti intendano far valere un diritto che non sono legittimate a reclamare, il giudice è autorizzato (e tenuto) a stabilire i fatti non esposti dalle parti e ad assumere le prove non presentate.
Qualora non riesca ad appurare un fatto alla luce delle prove addotte (articolo 8 dello ZPP), il giudice deciderà in merito all’esistenza del fatto applicando le norme sull’onere della prova.
Con il termine “prova” si intende ogni fatto rilevante per la pronuncia di una decisione.
Non è necessario dimostrare i fatti riconosciuti dalla parte dinanzi al giudice durante il procedimento. Tuttavia, il giudice può chiedere di presentare prove che dimostrino detti fatti laddove ritenga che, nel riconoscerli, la parte intenda far valere un diritto che non le è lecito reclamare (articolo 3, comma 3, dello ZPP).
L’onere della prova viene meno anche per le norme giuridiche, cui si applica la disposizione secondo cui tali norme devono essere note al giudice d’ufficio (iura novit curia).
Non è inoltre necessario dimostrare fatti notori. Ciononostante è possibile dimostrare che un dato fatto non è conoscenza comune.
Non sono richieste prove per i fatti la cui esistenza è presunta per legge. Tuttavia, può esserne dimostrata l’inesistenza, se non diversamente previsto dalla legge. Le norme sulle presunzioni relative (praesumptiones iuris) facilitano quindi l’assunzione di prove, considerato che le parti che fondano la propria domanda su un fatto giuridicamente pertinente non sono tenute a dimostrarne direttamente l’esistenza. A tal fine, è sufficiente il riferimento a una norma giuridica di base inclusa in una presunzione relativa, mentre una parte che sostenga che detta norma giuridica di base non possa essere applicata a uno specifico caso sarà tenuta a dimostrarlo.
Tuttavia, ci sono casi in cui la legge non ammette la prova dell’inesistenza di fatti presunti dalla legge (praesumptiones iuris et de iure). In tal caso, il giudice è tenuto a concludere che il fatto giuridicamente pertinente esiste.
Compito del giudice è giungere a convinzione che i fatti su cui si basa l’applicazione della legge siano autentici o meno. Lo ZPP non contiene disposizioni esplicite sulla probabilità. Ciononostante, il grado di probabilità di un fatto dovrebbe aumentare in modo proporzionale all’importanza dell’azione da intraprendere, tenendo conto della fase del procedimento in cui è dibattuta e decisa una specifica questione procedurale e delle conseguenze procedurali nel caso in cui alcuni fatti vengano appurati o meno.
Secondo la norma generale della libera valutazione delle prove, il giudice decide, conformemente alle proprie convinzioni, quali fatti ritiene dimostrati in base a una valutazione attenta e coscienziosa di tutte le prove, presentate singolarmente e nel loro complesso, e tenendo conto degli esiti dell’intero procedimento.
Come affermato in precedenza, la procedura (civile) croata è prevalentemente inter partes. In altri termini, significa che le parti possono raccogliere fatti e prove di loro iniziativa e il giudice può appurare fatti non presentati dalle parti e assumere prove solo se ritiene che le parti intendano proporre istanze inammissibili (articolo 3, secondo comma, dello ZPP).
Il giudice decide quali elementi di prova assumere per stabilire i fatti decisivi.
Se il giudice approva la richiesta della parte relativa alle prove, procede di norma all’effettiva assunzione della prova.
Nelle controversie esaminate in sede di vijeće (camera), l’assunzione delle prove ha luogo nel corso dell’udienza principale dinanzi alla camera, la quale può in ogni caso decidere che, per importanti motivi, l’assunzione di alcune prove avvenga dinanzi al presidente della camera o al giudice del tribunale richiesto (il giudice richiesto). In questo caso durante l’udienza principale verrà presentato un verbale delle prove assunte.
L’udienza principale è condotta dal giudice unico o dal presidente della camera, che interroga le parti e assume le prove. Il giudice non è tuttavia vincolato dalla decisione sullo svolgimento dell’udienza, né di conseguenza alla decisione di accettare o respingere le proposte di prova presentate dalle parti.
Conformemente alle disposizioni dello ZPP, il tribunale respinge una prova qualora la ritenga irrilevante e spiega le motivazioni del rigetto.
Lo ZPP non prevede tuttavia alcuna misura particolare per quanto riguarda le possibilità di rigetto di prove inammissibili o che non possono essere adottate in modo economicamente vantaggioso. Tuttavia, nelle controversie dinanzi a un općinski sud (tribunale municipale) di un valore fino a 10 000 HRK e in controversie dinanzi a un trgovački sud (tribunale commerciale) di un valore fino a 50 000 HRK, il giudice può, qualora ritenga che determinare fatti importanti per la composizione della controversia comporterebbe difficoltà e spese eccessive, decidere dell’autenticità dei fatti in base a una valutazione libera, prendendo in considerazione i documenti presentati dalle parti e le loro deposizioni, laddove il giudice abbia raccolto prove sentendo le parti.
Inoltre, le disposizioni dello ZPP fissano un termine entro il quale le parti sono tenute a presentare tutti i fatti e ad avanzare le proposte di prova. Nel corso di un procedimento civile ordinario, ogni parte deve presentare, nell’istanza e nella risposta all’istanza, al più tardi all’udienza preparatoria, tutti i fatti che giustificano la richiesta proposta, addurre le prove necessarie per accertare i fatti presentati e dichiarare la propria posizione sulle dichiarazioni circa i fatti e le prove presentate dalla controparte. Durante l’udienza principale le parti possono presentare nuovi fatti e prove soltanto se, non per causa propria, non siano state in grado di presentarli prima della conclusione del procedimento precedente.
D’altro canto il giudice non tiene conto di nuovi fatti e prove che le parti forniscono o presentano per colpa loro solo all’udienza principale.
Per ulteriori informazioni sulle prove e l’assunzione delle prove nelle procedure per le controversie di modesta entità, si veda la pagina informativa “Controversie di modesta entità - Repubblica di Croazia”.
In base allo ZPP gli elementi di prova sono: le ispezioni giudiziarie, le prove documentali, le deposizioni di testimoni, le perizie di esperti e l’audizione delle parti.
Per “testimone” si intende una persona fisica in grado di dare informazioni sui fatti in corso di accertamento. I testimoni, sentiti individualmente e non in presenza di altri testimoni che verranno sentiti in seguito, sono tenuti a rispondere a voce.
Innanzitutto, i testimoni sono informati dell’obbligo a dire tutta la verità, senza alcuna omissione. Sono poi informati delle conseguenze della falsa testimonianza. In aggiunta, viene sempre chiesto loro come sono venuti a conoscenza dei fatti su cui depongono.
Un perito chiamato a testimoniare deve presentare le stesse caratteristiche di un testimone - essere in grado di osservare, ricordare e raccontare - e deve avere competenze professionali.
Alcuni periti convocati dal tribunale sono tenuti a comparire e presentare le loro conclusioni e un parere.
Il loro stesso compito comporta quindi l’elaborazione di una relazione e di un parere. Il giudice decide se il perito dovrà presentare le conclusioni e il parere soltanto oralmente in tribunale o per iscritto prima dell’udienza e, in questo caso, fissa un termine per la presentazione delle conclusioni e del parere scritto inferiore ai sessanta giorni.
Il perito è sempre tenuto a motivare il proprio parere.
Il giudice trasmette alle parti le conclusioni e il parere scritto non oltre 15 giorni prima dell’udienza in cui dovranno essere sentite.
Lo ZPP non distingue tra le procedure di audizione dei testimoni e dei periti e non contiene pertanto disposizioni procedurali specifiche.
Per quanto concerne le prove scritte, sono le stesse parti a dovere presentare il documento su cui basano la prova delle loro dichiarazioni.
Si considera che i documenti rilasciati nella forma prescritta da un’autorità statale nel suo ambito di competenza e quelli rilasciati nella forma prescritta da persone fisiche o giuridiche che agiscono nell’esercizio dei poteri pubblici conferiti loro dalla legge o da un atto regolamentativo fondato sulla legge (un documento pubblico) comprovino la veridicità di quanto certificano o regolamentano.
In base a regolamentazioni specifiche, alcuni documenti hanno lo stesso valore probatorio dei documenti pubblici.
È possibile dimostrare che i fatti indicati nei documenti pubblici sono falsi o che il documento è stato redatto in modo errato.
Qualora il giudice dubiti dell’autenticità del documento, può chiedere all’autorità che l’avrebbe rilasciato di esprimersi al riguardo.
Se non diversamente disposto da un accordo internazionale, i documenti pubblici stranieri debitamente autenticati hanno, a condizione di reciprocità, lo stesso valore probatorio dei documenti pubblici nazionali.
Lo ZPP stabilisce inoltre norme sull’obbligo di fornire documenti a seconda che l’atto sia in possesso della parte convocata, della controparte, di un’autorità pubblica o di un’organizzazione che esercita poteri pubblici oppure di un terzo (persona fisica o giuridica).
Secondo la norma generale del libero apprezzamento delle prove applicata nel diritto procedurale (civile) croato, il giudice, che agisce in base al proprio convincimento, decide quali fatti si considerano come provati, in base ad una valutazione completa e accurata di ogni singola prova e di tutti gli elementi di prova nel loro insieme, nonché in base all’esito dell’intero procedimento.
Non esistono quindi norme che stabiliscano che alcuni elementi di prova abbiano più peso o importanza di altri, benché nella pratica, le prove documentali siano considerate più affidabili (ma non più importanti) di altre prove (testimonianze, audizioni).
No, lo ZPP non prevede alcuna disposizione in merito all’obbligatorietà di specifici mezzi di prova per stabilire l’esistenza di determinati fatti. Conformemente al principio inter partes, le parti sono autorizzate a presentare prove e il tribunale valuta quali elementi di prova accogliere per stabilire i fatti pertinenti.
Chiunque venga convocato come testimone deve presentarsi e, salvo altrimenti disposto dallo ZPP, deve anche deporre. Ha quindi il dovere, ai fini della testimonianza, di presentarsi in tribunale, addurre le prove e dire la verità, obbligo generale di ogni persona. I testimoni che, per anzianità, malattia o gravi problemi fisici, non possano presentarsi in tribunale, sono sentiti nella loro abitazione.
Una persona non può essere sentita come testimone se la sua testimonianza viola l’obbligo di mantenere un segreto ufficiale o militare, a meno che l’autorità competente non lo sollevi da tale obbligo.
Un testimone può rifiutarsi di deporre:
• su argomenti che una parte gli ha confidato in qualità di suo rappresentante autorizzato;
• su argomenti che la parte o altra persona gli ha confessato in qualità di confessore religioso;
• su fatti che ha scoperto in qualità di legale o medico o nell’esercizio di qualsiasi altra professione
o attività che preveda un obbligo di riservatezza
su qualsiasi fatto scoperto nell’esercizio di detta professione o attività.
Il giudice unico o il presidente della camera informa tali persone della possibilità di rifiutarsi di deporre.
I testimoni possono rifiutarsi di rispondere a singole domande se hanno ragioni valide e, in particolare, se la loro risposta può comportare grave mortificazione, considerevoli danni finanziari o conseguenze penali per loro stessi o per i loro parenti in linea retta di ogni grado e per i loro parenti in linea collaterale fino al terzo grado, o se ciò comporta grave mortificazione, considerevoli danni finanziari o conseguenze penali per il coniuge o affini fino al secondo grado (anche dopo lo scioglimento del matrimonio), per il loro tutore o tutelato, o per il genitore o il figlio adottivo.
Il giudice unico o il presidente della camera informa i testimoni della possibilità di
rifiutarsi di rispondere.
Sì, è possibile. Se i testimoni che sono stati convocati in modo corretto non si presentano e la loro assenza è ingiustificata o se hanno lasciato senza permesso né giustificata ragione il luogo in cui avrebbero dovuto deporre, il giudice può ordinarne la convocazione coatta a loro spese e può anche infliggere una sanzione pecuniaria da 500 a 10 0000 HRK.
Il giudice può infliggere un’ammenda di questo tipo anche a un testimone che si presenti alla convocazione, ma che, dopo essere stato informato delle eventuali conseguenze, rifiuti di testimoniare o di rispondere a domande specifiche per motivi che il giudice considera non validi. Se il teste continua a rifiutarsi di testimoniare, il giudice può disporne la detenzione fino a quando non sia disposto a deporre o fino a quando la sua testimonianza non sia più necessaria, per un periodo non superiore a un mese.
Se in seguito il testimone fornisce chiarimenti riguardo all’assenza e la decisione giudiziaria è revocata, il giudice può decidere di esentare il testimone dal pagamento delle spese, in tutto o in parte. Il giudice può anche annullare la decisione sulla sanzione pecuniaria, se il testimone accetta di deporre in un secondo momento.
Per informazioni sulla possibilità di astenersi dall’obbligo generale di deporre in relazione a segreti ufficiali o militari, ossia sul diritto per coloro che svolgono attività specifiche di rifiutarsi di testimoniare o di rispondere a domande specifiche, si veda il punto 2.9.
Di norma possono testimoniare solo le persone in grado di fornire informazioni sui fatti in questione. Il tribunale valuta caso per caso se il soggetto è idoneo a testimoniare.
Una persona direttamente coinvolta nel procedimento in quanto parte o legale rappresentante di una parte non può comparire come testimone, mentre possono farlo i rappresentati autorizzati delle parti.
Tutti i testimoni vengono sentiti separatamente e non in presenza di testi da sentire in seguito. I testimoni sono tenuti a rispondere a voce.
Innanzitutto, i testimoni sono informati dell’obbligo di dire tutta la verità, senza alcuna omissione. Sono poi informati delle conseguenze della falsa testimonianza.
In seguito viene chiesto loro di indicare nome, cognome, numero del documento di identificazione personale, nome del padre, professione, indirizzo, luogo di nascita, età e relazione con la parte.
Dopo queste domande di ordine generale, ai testimoni è chiesto di dichiarare tutto ciò che sanno sui fatti su cui devono deporre, e successivamente, possono essere poste domande ai fini di conferma, integrazione o chiarimento. Non è consentito fare domande che già contengono la risposta.
Ai testimoni viene sempre chiesto come sono a venuti a conoscenza dei fatti su cui depongono.
I testimoni che hanno presentato deposizioni contrastanti riguardo a fatti importanti possono essere messi a confronto di persona. In questo caso i testimoni vengono interrogati individualmente su ogni circostanza per cui esiste un conflitto e le loro risposte sono annotate nel verbale.
In Repubblica di Croazia non sono previste disposizioni speciali che prevedano l’assunzione di prove tramite videoconferenza. Tuttavia, un fondamento per questa fattispecie di audizione può essere ritrovato nelle disposizioni di cui agli articoli da 126bis a 126quater dello ZPP, secondo cui le audizioni giudiziarie possono essere audio-registrate. La decisione di registrare è presa dal giudice di propria iniziativa o su richiesta di una parte. Il metodo di archiviazione e trasmissione di una registrazione audio, le condizioni tecniche e le modalità di registrazione sono regolate dalle Regole della Procedura del tribunale.
Lo ZPP non contiene disposizioni specifiche in materia di prove ottenute illegalmente. Ciononostante, il fondamento giuridico è contenuto nell’articolo 29 della Ustav Republike Hrvatske (Costituzione della Repubblica di Croazia) (NN n. 56/90, 135/97, 8/98, 113/00, 124/00, 28/01, 41/01, 55/01, 76/10, 85/10, 05/14), secondo cui qualsiasi prova ottenuta illegalmente non può essere utilizzata in un procedimento giudiziario.
Lo ZPP stabilisce soltanto che il giudice non tiene conto delle mozioni delle parti contrarie alle normative vincolanti e alle norme in materia di morale pubblica.
Le parti di un procedimento non possono essere sentite quali testimoni. Tuttavia, secondo le disposizioni dello ZPP, l’audizione delle parti costituisce un elemento di prova in assenza di altre prove oppure laddove, nonostante la presentazione di prove, il giudice, la ritenga necessaria per stabilire fatti importanti.
Le disposizioni dello ZPP sull’assunzione delle prove da parte dei testimoni si applicano all’audizione delle parti salvo diversa indicazione.
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