Alimenti e mantenimento

Slovacchia
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Rete giudiziaria europea (in materia civile e commerciale)

1 Che cosa si intende in pratica per "alimenti" e "obbligazione alimentare"? Quali persone sono tenute a pagare gli alimenti a un'altra persona?

Le prestazioni e le obbligazioni alimentari sono imposte direttamente dalla legge n. 36/2005 che disciplina le questioni inerenti alla famiglia e modifica altre leggi (in appresso: la "legge sulla famiglia"). In base alla legge sulla famiglia, le obbligazioni alimentari possono assumere la forma di:

  1. obbligazioni alimentari dei genitori nei confronti dei loro figli;
  2. obbligazioni alimentari dei figli nei confronti dei loro genitori;
  3. obbligazioni alimentari tra altri parenti;
  4. obbligazioni alimentari tra i coniugi;
  5. alimenti versati all'ex coniuge;
  6. sostegno corrisposto alla madre non coniugata a copertura del mantenimento e di determinate spese.

A livello teorico, la nozione di mantenimento, in senso ampio, colloca i rapporti di diritto di famiglia di natura economica in ambiti specifici del diritto di famiglia attinenti ai rapporti di proprietà. Qui è particolarmente evidente il fatto che la loro esistenza dipende dall'esistenza di un rapporto di famiglia.

2 Sino a quale momento un figlio può beneficiare degli alimenti? Ci sono norme diverse per gli alimenti relativamente ai minori e agli adulti?

L'obbligazione alimentare dei genitori nei confronti dei figli costituisce un obbligo di legge che perdura fintantoché i figli non sono in grado di provvedere a se stessi. Il completamento del percorso scolare obbligatorio da parte del figlio non significa necessariamente che egli abbia acquisito la capacità di provvedere alle proprie necessità. Se i genitori siano o meno tenuti a continuare a versare gli alimenti ai figli dipende dalle capacità, dalle possibilità e dalle condizioni economiche di questi ultimi per tutto il periodo di formazione nell'ottica di una futura occupazione, ad esempio, quali studenti universitari a tempo pieno. Il raggiungimento della maggiore età non ha effetti giuridici sulla durata dell'obbligazione alimentare. Il momento a partire dal quale il figlio può essere considerato "in grado di provvedere a se stesso" ai sensi di legge dipende da caso a caso, ciascuno valutato singolarmente dal giudice sulla base dei rispettivi meriti. La capacità di provvedere a se stessi tende ad essere interpretata in modo ampio come indicante la capacità di provvedere alle proprie esigenze o al proprio sostentamento da soli (ossia usando le proprie risorse). Tale capacità deve essere stabile. Entrate occasionali non possono essere considerate come un indice per stabilire la capacità di provvedere alle proprie necessità.

In pratica, i giudici fanno affidamento sul fatto che l'obbligazione alimentare dei genitori è elastica, in quanto i rapporti di sangue non sono limitati nel tempo e tale obbligo può quindi insorgere ex novo nel caso in cui il figlio decida in un secondo momento di proseguire gli studi o non sia ammesso all'università immediatamente dopo le scuole secondarie. In base alla giurisprudenza – tenendo conto dell'attuale scarsità di possibilità di lavoro per i neo-laureati e per chi lascia la scuola – anche i corsi aggiuntivi che permettono di accedere in seguito a un'occupazione in un settore diverso da quello per cui i figli hanno studiato sino a quel momento può essere considerato come formazione professionale continua.

Se il figlio inizia a disporre di un reddito regolare derivante da un'occupazione, da un'attività d'impresa, ecc., il compito di valutare se l'obbligazione alimentare si sia estinta diviene più semplice. Considerata la situazione del mercato del lavoro, l'esistenza di più tipologie di istituzioni scolastiche e formative, l'esigenza di imparare le lingue per essere in grado di mettere in pratica la propria formazione, i corsi di riqualificazione, la formazione continua, i soggiorni di studio all'estero e l'esigenza di una maggiore qualificazione, è più difficile per un giudice stabilire il momento a partire dal quale il figlio è in grado di provvedere a se stesso. Talune delle suddette tipologie (di formazione continua) possono essere garantite, in particolare, se il genitore debitore dispone di risorse considerevoli. In parallelo a ciò, devono essere presi in considerazione gli interessi del figlio, rispecchiati nelle sue capacità e doti, affinché quest'ultimo acquisisca le giuste competenze per la futura occupazione. È tuttavia legittimo pretendere che tali competenze siano acquisite precocemente per evitare abusi degli alimenti versati dai genitori frutto semplicemente di un'avversione al lavoro (che si manifesta ad esempio nella volontaria perdita di occupazioni da parte del figlio).

Il limite di età dei 18 anni assume importanza dal punto di vista processuale. Sino al raggiungimento della maggiore età da parte del figlio, il giudice può avviare un procedimento d'ufficio. Superata tale età, il procedimento può essere avviato solo su istanza di parte. La domanda presentata da un maggiorenne può interessare un solo genitore o entrambi. La domanda introduttiva di un procedimento in materia di alimenti deve precisare anche l'importo degli alimenti richiesti e il dies a quo della loro debenza. Una richiesta di emissione di un provvedimento in materia di alimenti a favore di un adulto è vincolante per il giudice posto che non si tratta di un caso di protezione di un figlio minorenne ai sensi dell'articolo 111 e segg. del codice di procedura civile non contenziosa.

3 Per ottenere gli alimenti, il ricorrente deve rivolgersi a un'autorità competente o deve adire un organo giurisdizionale? Quali sono gli elementi principali di tale procedura?

Se il debitore e il beneficiario non addivengono a un accordo, il giudice distrettuale competente si pronuncia sull'obbligazione alimentare. Fatta eccezione per i casi in materia di obbligazioni alimentari dei genitori nei confronti del figlio minorenne, il giudice avvia il procedimento a seguito di una domanda proposta dal beneficiario (il ricorrente) contro il debitore (il resistente). Il giudice può avviare (d'ufficio) procedimenti in materia di alimenti a favore dei figli minorenni (articolo 23 del codice di procedura civile non contenziosa) essendo, in tali casi, tenuto a vigilare sul bene dei minori.

Chiunque può agire autonomamente dinanzi a un giudice come parte di un procedimento (ossia assumere una posizione processuale) se ha la capacità di acquisire diritti e assumere obbligazioni in proprio. Le persone che non possono comparire in giudizio personalmente (ad esempio, i figli minorenni) devono essere rappresentati dai loro tutori legali (articolo 68 del codice di procedura civile contenziosa).

Oltre alla rappresentanza legale, il codice di procedura civile contenziosa e non contenziosa distingue tra rappresentanza delle parti in giudizio in forza di una procura e rappresentanza a seguito di un provvedimento giudiziale.

Il figlio minorenne non può essere rappresentato da nessuno dei genitori nei casi vertenti su atti giuridici che possono comportare un conflitto tra gli interessi dei genitori e quelli del figlio minorenne o tra gli interessi di più figli minorenni rappresentati dallo stesso genitore. In una tale fattispecie, il giudice nomina quello che è noto come tutore ad litem (kolízny opatrovník) affinché rappresenti il figlio durante il procedimento o in un particolare atto giuridico.

4 È possibile presentare una richiesta a nome di un parente (in caso affermativo, quale grado), o di un minore?

V. risposta al terzo quesito.

5 Qualora intenda adire un organo giurisdizionale, come posso individuare il giudice competente?

La competenza territoriale è disciplinata dall'articolo 3 del codice di procedura civile non contenziosa. La competenza ratione materiae è disciplinata dall'articolo 12 del codice di procedura civile contenziosa. La competenza del procedimento di primo grado spetta fondamentalmente ai tribunali distrettuali. In generale, il giudice competente è quello della parte interessata dalla domanda (il resistente); è il principio della competenza territoriale del giudice ordinario del resistente. Il giudice ordinario di un resistente è quello del territorio ove è situato il suo domicilio e, in assenza di domicilio, ove si situa la sua dimora. Il codice di procedura civile non contenziosa prevede esplicitamente taluni casi specifici in cui la suddetta regola non trova applicazione. Il giudice della circoscrizione in cui il figlio minorenne risiede in virtù di un accordo tra i genitori o in forza di un provvedimento giudiziale o dove egli vive per altri validi motivi è competente a valutare la richiesta di alimenti (la cosiddetta competenza territoriale esclusiva ai sensi dell'articolo 112, paragrafo 1, del codice di procedura civile non contenziosa).

6 Chi avanza la pretesa deve servirsi di un intermediario per adire il giudice (ad esempio: avvocato, autorità centrale o locale ecc.)? Altrimenti, quale procedura dovrà seguire?

V. le risposte al terzo e al quarto quesito.

Il richiedente (beneficiario) che può comparire in giudizio personalmente può presentare una domanda introduttiva del procedimento direttamente, ossia senza essere rappresentato, dinanzi al giudice competente.

L'articolo 127 del codice di procedura civile contenziosa indica gli elementi generali della domanda introduttiva del procedimento: il giudice adito, l'identità del richiedente, la fattispecie interessata e le conclusioni della domanda azionata dal richiedente nonché la firma.

Al di là degli elementi generali, una domanda introduttiva del procedimento deve contenere le informazioni specifiche indicate negli articoli 25 e 26 del codice di procedura civile non contenziosa. La domanda introduttiva di un procedimento in materia di alimenti deve precisare anche l'importo degli alimenti richiesti e il dies a quo della loro debenza.

La presentazione di una domanda può effettuarsi per iscritto, su carta o elettronicamente. Una domanda presentata elettronicamente senza autorizzazione conforme a una specifica regolamentazione deve inoltre essere trasmessa su carta o in forma elettronica autorizzata conformemente a una regolamentazione particolare. Una domanda vertente sugli alimenti può altresì essere presentata in forma orale protocollata.

La domanda deve essere trasmessa nel numero di copie necessario e corredata dei relativi allegati, affinché un esemplare sia conservato dal giudice e ogni parte ne riceva uno, allegati compresi se del caso. Se la parte omette di fornire il numero richiesto di copie e allegati, il giudice ne fa copia a spese della parte.

7 Adire la giustizia comporta un costo? In caso affermativo quale spesa è prevedibile? Se i mezzi di colui che avanza la pretesa sono insufficienti, si può ottenere un'assistenza giudiziaria gratuita per far fronte alle spese del procedimento?

I costi da sostenere per gli atti individuali o i procedimenti dinanzi al giudice sono disciplinati dalla legge del consiglio nazionale slovacco n. 71/1992 sulle spese di giudizio e le copie delle iscrizioni nei registri penali. I costi sono addebitati sulla base di un elenco di spese di giudizio. La normativa in parola stabilisce anche delle esenzioni dalle spese di giudizio in ragione delle condizioni personali o della materia trattata.

Per quanto attiene agli alimenti, assumono rilievo le previsioni di seguito indicate.

I procedimenti in materia di protezione giudiziale dei figli rientrano tra quelli esentati per materia. Ciò significa che i crediti alimentari dei figli minorenni sono anch'essi esenti da spese di giudizio.

Rispetto al criterio delle condizioni personali, le esenzioni si applicano:

  • ai richiedenti nei procedimenti diretti a ottenere un provvedimento in materia di alimenti o l'incremento degli alimenti, nonché in quelli vertenti sul pagamento degli interessi sugli alimenti e sul riconoscimento o la dichiarazione di esecutività di un provvedimento straniero in materia di alimenti;
  • alle madri non coniugate nei procedimenti diretti a ottenere gli alimenti e il pagamento di determinate spese collegate alla gravidanza e al parto.

La voce 8 nell'elenco delle spese di giudizio indica espressamente le spese dovute per i procedimenti in materia di crediti alimentari tra coniugi e le richieste di alimenti:

Voce 8

a) per le richieste di alimenti tra coniugi, alimenti e crediti alimentari tra altri parenti e per le richieste di incremento delle prestazioni alimentari

2% del valore del credito, non meno di 16,50 EUR

b) per le richieste dirette a ottenere una riduzione o l'annullamento degli alimenti tra coniugi, degli alimenti o dei crediti alimentari tra altri parenti

2% del valore del credito, non meno di 16,50 EUR

Se l'elenco delle spese non contiene nessuna percentuale specifica e la fattispecie non rientra neppure nell'esenzione in ragione delle condizioni personali o della materia, si applicano le spese indicate nella voce 1 dell'elenco delle spese di giudizio:

Voce 1

Per la domanda introduttiva del giudizio, in mancanza di una specifica percentuale,

a) sul valore (pagamento) del credito o sul valore della materia oggetto di controversia

6%, non meno di 16,50 EUR e non più di 16 596,50 EUR o, in materia commerciale, non più di 33 193,50 EUR

Su richiesta il giudice può concedere un'esenzione dalle spese giudiziarie se la situazione della parte interessata lo giustifica (articolo 254 del codice di procedura civile contenziosa). La situazione delle parti deve essere documentata in modo che il giudice possa pronunciarsi sulla domanda.

La legge n. 327/2005 sull'ammissione al gratuito patrocinio delle persone disagiate e di modifica della legge n. 586/2003 sulle professioni legali e di modifica della legge n. 455/1991 sugli scambi soggetti a licenza (la legge sugli scambi), come modificata, nella versione della legge n. 8/2005, disciplina il meccanismo di ammissione al gratuito patrocinio e le modalità con cui esso è garantito dal Centro per l'assistenza legale alle persone fisiche che, trovandosi in una posizione disagiata, non possono ricorrere ai servizi legali al fine di esercitare e tutelare adeguatamente i propri diritti, nonché la misura in cui il gratuito patrocinio è concesso. La legge succitata indica anche i criteri per l'ammissione al gratuito patrocinio, la procedura che la persona fisica e le autorità competenti sono tenute a seguire nei procedimenti in materia di gratuito patrocinio, nonché le organizzazioni istituzionali che prestano tale servizio.

8 Che tipo di alimenti dev'essere concesso dal giudice e come si calcola il relativo importo? Si può ottenere una modifica della decisione del giudice qualora il costo della vita o la situazione familiare si siano modificate? In caso affermativo, in che modo (ad esempio, con il sistema di indicizzazione automatica)?

In Slovacchia la legge non precisa l'importo specifico degli alimenti.

In materia di famiglia, il giudice deve sempre valutare ciascun caso singolarmente, sulla base delle specifiche circostanze e la legge non indica, quindi, nessun importo determinato a titolo di alimenti. In tale materia, infatti, più che in altri settori, un atto normativo non può affrontare in modo ordinato ed esplicito tutti i diversi aspetti della vita.

A norma dell'articolo 75, paragrafo 1, della legge sulla famiglia, nello stabilire l'importo degli alimenti, il giudice tiene conto delle legittime esigenze del beneficiario, e della capacità, delle possibilità e della situazione economica del debitore. Queste ultime sono prese in considerazione dal giudice anche nei casi in cui, senza una ragione oggettiva, il debitore lascia un'occupazione dignitosa o un buon lavoro, o rinuncia a una fonte di entrate costante; esso tiene conto anche di ogni irragionevole rischio finanziario assunto dal debitore.

Per quanto attiene agli alimenti dovuti dai genitori ai figli, entrambi i genitori contribuiscono al mantenimento dei loro figli in proporzione alle rispettive capacità, possibilità e situazione economica. Il figlio ha diritto di godere del medesimo standard di vita dei genitori. Nel fissare l'importo degli alimenti da pagare, il giudice tiene conto di quale tra i genitori si prende cura del figlio e in che misura. Quando i genitori hanno l'affidamento congiunto del figlio minorenne, il giudice, nel quantificare gli alimenti, tiene conto anche del tempo che egli trascorre con ciascuno dei genitori o, in alternativa, può anche stabilire che – fintantoché il figlio risiede presso entrambi i genitori – non sono dovuti alimenti.

L'articolo 62, paragrafo 3, della legge sulla famiglia fissa un importo minimo degli alimenti (attualmente pari a 27,13 EUR): a prescindere dalle capacità, possibilità e condizioni economiche, ciascuno dei genitori è tenuto a versare gli alimenti in misura minima, quantificata nel 30 % del minimo di sussistenza per un figlio minorenne a carico o per un figlio a carico, come fissato nelle leggi applicabili.

In base all'articolo 78 della legge sulla famiglia, gli accordi e i provvedimenti giudiziali in materia di crediti alimentari possono essere rivisti in caso di mutamento delle condizioni. A parte gli alimenti a favore del figlio minorenne (v. articolo 121 del codice di procedura civile non contenziosa), i provvedimenti in materia di alimenti possono essere modificati o annullati soltanto su richiesta di parte. In caso di annullamento degli alimenti a favore del figlio minorenne o di loro riduzione retroattiva per un determinato periodo pregresso, gli alimenti versati non sono oggetto di rimborso. Se la situazione muta, si deve tener conto dell'evoluzione del costo della vita.

9 In che modo e a chi saranno pagati gli alimenti?

Gli alimenti sono di norma versati dalla parte obbligata (il debitore) al beneficiario (il creditore).

A norma dell'articolo 76 della legge sulla famiglia, gli alimenti devono essere versati in rate mensili regolari e anticipate. Crediti reciproci possono essere compensati con gli alimenti solo in presenza di un accordo in tal senso. I crediti alimentari dei figli minorenni non possono essere oggetto di compensazione. In caso di ritardo del debitore nel pagamento degli alimenti fissati con provvedimento giudiziale, il beneficiario può chiedere il pagamento degli interessi sugli importi scaduti a norma delle disposizioni di diritto civile. I pagamenti effettuati a titolo di mantenimento sono imputati in primis all'importo principale e poi, saldato detto importo, agli interessi.

Rispetto alle prestazioni alimentari a favore del figlio minorenne, i giudici si sono espressi richiedendo al genitore non affidatario di versare gli alimenti a favore del genitore che ha l'affidamento del figlio e di farlo a una determinata data di ogni mese.

10 Se la persona su cui grava l'obbligo dell'assegno (debitore) non lo versa volontariamente, quali mezzi ci sono per costringerla ad adempiere?

L'esecuzione dei crediti alimentari è compiuta per il tramite degli ufficiali giudiziari. L'azione esecutiva inizia con la richiesta di esecuzione. Il procedimento è disciplinato dalla legge del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca n. 233/1995 sugli ufficiali giudiziari e le attività di pignoramento (legge sulla procedura esecutiva) e di modifica di determinate leggi, come modificata. Il più delle volte, i crediti alimentari sono riscossi mediante pignoramento dello stipendio o di altre entrate del debitore. Quando è emesso un provvedimento esecutivo che impone l'obbligo di pagare un determinato importo di denaro, accanto al pignoramento dello stipendio o di altre entrate, sono disponibili altri mezzi per riscuotere gli alimenti arretrati: l'ingiunzione di pagamento nei confronti di un terzo, la vendita di beni mobili, di titoli, di beni immobili o di un'attività o la sospensione della patente di guida. L'ultima possibilità indicata assume particolare rilievo nell'ambito del recupero degli alimenti. L'ufficiale giudiziario può ordinare la sospensione della patente di guida della persona che non versa gli alimenti fissati con decisione giudiziaria. L'ordine di sospensione della patente di guida è inoltre notificato dall'ufficiale giudiziario alla competente autorità di polizia. Non appena vengono meno le ragioni alla base dell'esecuzione, l'ufficiale giudiziario emette un provvedimento di reintegro della patente di guida.

11 Si prega di descrivere brevemente i limiti all'esecuzione, in particolare le norme concernenti la tutela del debitore e i periodi di limitazione o di descrizione nel suo sistema di esecuzione.

L'articolo 77 della legge sulla famiglia stabilisce che non esista un termine di prescrizione per il recupero dei crediti alimentari. Tuttavia, gli alimenti possono essere concessi soltanto a partire dalla data di apertura del procedimento giudiziale. Le prestazioni alimentari a favore del figlio minorenne possono essere disposte retroattivamente per un periodo non superiore a tre anni a partire dall'avvio del procedimento, ma solo in presenza di ragioni che meritano particolare considerazione. Un termine di prescrizione è previsto per il diritto ai singoli pagamenti periodici a titolo di alimenti.

L'articolo 101 del codice civile (legge n. 40/1964) fissa i termini di prescrizione come segue:

1) Il diritto riconosciuto con decisione giudiziale o con decisione di un'altra autorità passate in giudicato si prescrive in dieci anni dalla data in cui la parte responsabile era tenuta a darvi esecuzione. Il diritto riconosciuto per iscritto dal debitore, quanto a motivi e importo, si prescrive in dieci anni dalla data del riconoscimento; tuttavia, se nel riconoscimento è specificato un termine per l'esecuzione, la prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza di tale termine.
2) Lo stesso termine di prescrizione si applica per le rate in cui il pagamento è suddiviso in base alla decisione o al riconoscimento; il termine di prescrizione delle rate inizia a decorrere dalla data in cui esse divengono esigibili. Se l'importo diviene esigibile nella sua interezza in ragione del mancato pagamento di una rata, il termine di dieci anni inizia a decorrere dalla data del suddetto mancato pagamento.
3) Gli interessi e i pagamenti periodici si prescrivono in tre anni; tuttavia, se accordati con provvedimento passato in giudicato o riconosciuti per iscritto, il termine di prescrizione in parola si applica soltanto agli interessi e ai pagamenti periodici esigibili dopo che la decisione è passata in giudicato o dopo il riconoscimento.

12 Esiste un'organizzazione o un'autorità che possa aiutare l'avente diritto a percepire l'assegno?

Non esiste una specifica autorità chiamata a fornire "assistenza" o sostegno nel recupero degli alimenti nelle cause nazionali.

Nelle cause che coinvolgono un paese straniero, il Centro per l'assistenza legale internazionale dei bambini e dei ragazzi (Centrum pre medzinárodnoprávnu ochranu detí a mládeže) può offrire aiuto. Il Centro garantisce supporto nella riscossione degli alimenti nei casi in cui la persona responsabile del loro pagamento nei confronti del figlio vive all'estero mentre il beneficiario vive in Slovacchia o viceversa, ossia se il beneficiario vive all'estero e sta agendo per recuperare gli alimenti da un debitore il cui luogo di residenza abituale è in Slovacchia.

13 Le organizzazioni pubbliche o private possono anticipare il pagamento degli alimenti in tutto o in parte in sostituzione del debitore?

La legge n. 201/2008 sull'assegno alimentare di sostituzione e di modifica della legge n. 36/2005 sulla famiglia e di modifica di determinate leggi, istituisce, in linea con la decisione n. 615/2006 della Corte costituzionale della Repubblica slovacca (Ústavný súd), un meccanismo che permette l'erogazione, ai beneficiari, di un assegno alimentare di sostituzione da parte dello Stato (l'ufficio per il lavoro, gli affari sociali e la famiglia – úrad práce, sociálnych vecí a rodiny). L'assegno alimentare di sostituzione contribuisce al mantenimento del figlio a carico in tutti i casi in cui il debitore omette di versare gli alimenti dovuti in base a una decisione giudiziale definitiva o a un accordo approvato giudizialmente.

14 Nel caso in cui il ricorrente si trovi in questo Stato membro e il debitore risieda in un altro paese:

14.1 Posso ottenere l'assistenza di un'autorità o di un'organizzazione privata in questo Stato membro?

Sì.

14.2 In caso affermativo, come si può contattare l'autorità o l'organizzazione privata?

Il Centro per l'assistenza legale internazionale dei bambini e dei ragazzi è stato istituito dal ministero del Lavoro, degli affari sociali e della famiglia slovacco che lo gestisce direttamente come organizzazione finanziata dallo Stato che fornisce assistenza legale ai bambini e ai ragazzi nei casi in cui è coinvolto uno Stato estero. Il Centro è operativo dal 1° febbraio 1993.

In base alla legge n. 195/1998 sull'assistenza sociale, come modificata, il Centro è stato classificato come autorità governativa di assistenza sociale a far data dal 1° luglio 1998.

Dettagli di contatto/Indirizzo:

Špitálska 8, P. O. BOX 57, 814 99 Bratislava

Indirizzo di posta elettronica: cipc@cipc.gov.sk, info@cipc.gov.sk

Tel.: +421 2 2046 3208, +421 2 2046 3248

Fax: +421 2 2046 3258, linea telefonica disponibile in permanenza (solo per le emergenze) +421 915 405 954.

Nella Repubblica slovacca il Centro funge da autorità centrale ai sensi del regolamento (CE) n. 4/2009 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari (il "regolamento in materia di obbligazioni alimentari") e della convenzione dell'Aia del 2007 sull'esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia.

15 Nel caso in cui provenga da un altro paese e il debitore sia in questo Stato membro:

15.1 È possibile rivolgere una richiesta direttamente a tale autorità o organizzazione privata in questo Stato membro?

Non è possibile inviare direttamente una richiesta al Centro dall'estero. Il richiedente il pagamento degli alimenti residente in un altro paese deve contattare le autorità competenti di tale paese le quali inoltreranno poi, a loro volta, la richiesta al Centro slovacco.

15.2 In caso affermativo, come posso mettermi in contatto con tale autorità o organizzazione privata e quale tipo di assistenza posso ricevere?

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16 Questo Stato membro è vincolato al protocollo dell'Aia del 2007?

La Repubblica slovacca è vincolata dal protocollo dell'Aia sulla legge applicabile alle obbligazioni alimentari del 23 novembre 2007.

17 Qualora questo Stato membro non sia vincolato dal protocollo dell'Aia del 2007, quale legge sarà applicabile alla domanda di mantenimento in base alle norme di diritto private internazionale? Quali sono le corrispondenti norme di diritto privato internazionale?

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18 Quali sono le norme sull'accesso alla giustizia nei casi transfrontalieri nell'ambito dell'UE secondo la struttura del Capo V del regolamento sugli alimenti?

Nell'ambito delle cause transfrontaliere in materia di alimenti, l'ammissione al gratuito patrocinio dipende dall'applicazione dell'articolo 44, paragrafo 3, del regolamento in materia di obbligazioni alimentari. L'autorità centrale slovacca, il Centro per l'assistenza legale internazionale dei bambini e dei ragazzi, fornisce i suoi servizi a titolo gratuito e non è necessaria l'ammissione al gratuito patrocinio nei procedimenti ordinari diretti all'ottenimento di un provvedimento in materia di alimenti o una sua modifica in Slovacchia.

Nei casi in cui il procedimento richiede l'ammissione al gratuito patrocinio, è fornita assistenza legale gratuita ai minori di 21 anni come previsto dall'articolo 46. Tale tipologia di assistenza legale è fornita dal Centro per l'assistenza legale ai sensi della legge n. 327/2005 sull'ammissione al gratuito patrocinio delle persone disagiate, come modificata.

Nei casi che non rientrano nell'articolo 46, può essere fornita assistenza legale in linea con la legge succitata a condizione che il richiedente soddisfi i criteri di ammissione al gratuito patrocinio, come stabiliti nella medesima legge.

I richiedenti che non hanno diritto all'esenzione, devono pagare le spese di giudizio in conformità della legge n. 71/1992 sulle spese di giudizio e le copie delle iscrizioni nei registri penali. La legge in parola esenta dalle spese le cause vertenti sul mantenimento reciproco tra figli e genitori. Anche i richiedenti che chiedono, di persona, un provvedimento in materia di alimenti o un incremento degli stessi sono esentati dalle spese di giudizio. Tutti i richiedenti sono inoltre tenuti a pagare le spese di giudizio sostenute da essi e dai loro rappresentanti. Le parti sopportano le spese comuni di giudizio pro quota in ragione del loro coinvolgimento nella causa e nel procedimento. Nel caso degli alimenti a favore di soggetti adulti, il giudice accorda alla parte vincitrice il diritto di ottenere dalla parte soccombente il rimborso delle spese necessarie per l'esercizio o la difesa di un diritto.

19 Quali sono le misure adottate da questo Stato membro per assicurare il funzionamento delle attività descritte all'articolo 51 del regolamento sugli alimenti?

L'autorità centrale come definita dall'articolo 49, paragrafo 1, del regolamento in materia di obbligazioni alimentari è il Centro per l'assistenza legale internazionale dei bambini e dei ragazzi, istituito il 1° febbraio 1993. Non si è reso necessario adottare particolari misure rispetto alle attività descritte nell'articolo 51 del regolamento in materia di obbligazioni alimentari, in quanto il Centro operava come ente di trasmissione e di ricezione in base agli accordi internazionali (in particolare in base alla convenzione sull'esazione internazionale di prestazioni alimentari del 20 giugno 1956) prima che il regolamento in materia di obbligazioni alimentari iniziasse a essere applicato ed esso ha richiesto solo modifiche organizzative minori (legate al personale) presso il centro.

 

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Ultimo aggiornamento: 03/01/2022

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